2017
Sacchi sulle italiane in Champions: «Adesso non ci resta che piangere»
Sacchi ci va giù duro con le italiane dopo la disastrosa due giorni di Champions League. L’ex c. t. azzurro non le manda a dire soprattutto al Napoli: «Se giochi con lo Shakhtar come col Bologna, finisce così…»
La Juventus sconfitta dal Barcellona, la Roma che pareggia per il rotto della cuffia con l’Atletico Madrid, il Napoli che subisce una dura sconfitta contro lo Shakhtar Donetsk. In attesa dell’Europa League, diciamo pure con onestà che il bilancio della prima tornata di Champions League di questa stagione non induce propriamente all’ottimismo nei confronti del calcio italiano. Una verità sancita ieri, in maniera piuttosto dura, anche da Arrigo Sacchi, attuale commentatore tecnico di Premium Sport. Le parole dell’ex mister milanista sono state limpide dopo la debacle partenopea: «Sono molto deluso, ora non ci resta che piangere – il verdetto sacchiano – . Con le squadre italiane abbiam fatto un solo punto tre partite finora». Effettivamente poco: dal Napoli, magari, ci si aspettava di più.
«Il Napoli non ha mai capito i movimenti dello Shakhtar a centrocampo: ho visto una squadra confusa e senza idee, poi mancavano anche le gambe – ha analizzato Sacchi – . Quando giochi in Europa come se giocassi ancora contro il Bologna, questo è quello che succede. La verità è che gli ucraini meritavano di vincere. A me piace molto seguire il Napoli, è la squadra che mi diverte di più perché vince grazie ad un movimento collettivo che esalta anche il livello dei singoli, ma stasera mancava sia il collettivo che la fluidità di gioco. Qualche critico ci avrà visto anche qualcosa di positivo negli azzurri, ma io nelle ultime due partite ho visto tutti i limiti del loro gioco. Il Napoli non ha una storia europea e quando c’è da giocare con cinismo soffrendo vengono fuori tutti i limiti che hanno». Lo stesso Sacchi, appena l’altro giorno, aveva esaltato la Juve prima della sconfitta col Barcellona (leggi anche: Sacchi su Allegri: «Due finali in tre anni, in Italia se ne dimenticano»). La storia però, dopo la disastrosa due giorni di Champions, è un’altra.