2014

Rummenigge: «Juventus danneggiata, qualcuno ha fatto pressioni…»

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Il presidente del Bayern Monaco lancia pesanti accuse per via della sfida di Istanbul.

BAYERN MONACO RUMMENIGGE – Non ha mai paura di dire la sua Karl-Heinz Rummenigge, presidente del Bayern Monaco e dell’Eca, la Confindustria del calcio, che è tornato a parlare di fair play finanziario: «Eravamo tutti d’accordo quando abbiamo deciso queste regole. Non si può fallire, gli ultimi dati indicano che i prezzi dei trasferimenti e gli stipendi dei giocatori aumentano: dobbiamo sostenere Platini.  L’obiettivo non è infliggere sanzioni, ma far stare meglio il calcio europeo», ha dichiarato il tedesco ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

CHAMPIONS – Ma Rummenigge ha parlato anche della cavalcata del club bavarese: «È presto per dirlo, ma siamo partiti bene anche negli ottavi con l’Arsenal. La finale è lontana, però è un gran momento: 15 successi di fila, 48 gare senza k.o. Nessuno gioca come noi? Anche Real Madrid e Chelsea. E non darei per finito il Barcellona. Aspettiamo prima di dare il Milan per eliminato. Non ne sarei così sicuro, può ribaltare la situazione con l’Atletico. E poteva esserci anche la Juve».

JUVENTUS – E a proposito dei bianconeri: «Mi ha fatto male vederla uscire così a Istanbul. Quel che è successo è incredibile. Non si può giocare in quella situazione, non è serio. Da quello che so, non si doveva giocare: poi però qualcuno ha fatto presente che c’era il sorteggio e… Meglio rinviare. Una soluzione per il sorteggio si trovava».

QUALITA’ E VIRTU’ – Infine, Rummenigge parla di Guardiola: «In estate tutti dicevano: a che cosa serve Pep? Tanto avete vinto tutto! E invece con lui c’è stato un salto di qualità tattico e mentale. Con un altro allenatore sarebbe stata una stagione difficile, con l’obbligo di ripetersi a condizionarci: con lui, no. È preparato e serio, ha pure imparato il tedesco: la grammatica non è facile. Noi siamo virtuosi? Un solo motivo: i diritti tv. In Spagna loro prendono 150 milioni a testa, noi solo 30 perché c’è la solidarietà. Meglio così: da noi le piccole possono sopravvivere e questo fa bene al sistema». 

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