2015

Rummenigge: «Aiutiamo Milan e Inter»

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L’a.d. del Bayern Monaco ha parlato anche di Juventus

Deve occuparsi di politica, ma per fortuna c’è il calcio giocato ad emozionarlo ancora: Karl-Heinz Rummenigge, amministratore delegato del Bayern Monaco e presidente dell’associazione dei club europei (ECA), ha parlato allora della riunione a Stoccolma, dove ha incontrato il presidente della Juventus. «Mi sono complimentato per la Champions: ha eliminato il Borussia, non era facile. La Juve ha giocato bene, è passata con merito. Ora ha avuto un sorteggio buono. Da non sottovalutare ma buono. Speriamo di vederci, significa che passiamo tutte e due. Con Agnelli ho un buon rapporto: è leale, professionale, grazie a lui la società è rinata dopo quattro anni di buio. Sono risaliti», ha raccontato Rummenigge ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

SOLIDARIETA’ EUROPEA – Poi è passato all’analisi della crisi del Milan e dell’Inter, che stanno andando incontro alla prima stagione senza coppe europee da disputare: «Se va così è un peccato non solo per i club ma anche per il calcio italiano e quello europeo. Qualcosa negli ultimi cinque anni è andato male. Bisogna avere un piano chiaro con tutte le possibilità finanziarie a disposizione, ma senza andare contro il fair play finanziario. Dobbiamo ricordare che l’Inter è sotto inchiesta per le regole non rispettate. Anche noi come associazione dei club dobbiamo pensare come si potrebbero aiutare nel financial fair play certe squadre come Inter e Milan, perché sono danneggiate in questo senso. Se hai un buco, difficilmente ne puoi uscire senza denaro fresco. Leggo che il Milan può essere venduto, ma il proprietario nuovo non può mettere troppo capitale senza andare contro le limitazioni Uefa. Quindi tocca anche a noi nomi grossi scovare una soluzione per non penalizzarle di più».

CHI SALE E CHI SCENDE – Rummenigge ha parlato poi di Xherdan Shaqiri, da riserva del club bavarese a punto di riferimento nell’Inter: «Doveva giocare per forza, gli ho consigliato di andare all’Inter anche se molte inglesi lo volevano. Con le difficoltà interiste è un acquisto azzeccato, ha qualità, è giovane, è in grado di fare la differenza. E diventerà ancor più stabile con il tempo perché deve sentirsi bene, sentirsi a casa. Sconto? Potevamo guadagnare di più cedendolo in Inghilterra, quindi abbiamo già fatto uno sconto». Poi si è detto dispiaciuto per la crisi che sta attraversando Lukas Podolski: «So che le prestazioni non sono granché, mentre in nazionale rende. Forse soffre il fatto che lui ha bisogno di spazio in campo e in Italia non esiste. A 29 anni e con quello che ha vinto, uno dovrebbe essere stabile».

SCOMMESSE PERSE E VINTE – Chi invece è stato sottovalutato è Soriano, esploso nella Sampdoria e convocato in Nazionale: «Succede che certi giovani cambino crescendo. Forse abbiamo sbagliato noi del Bayern a farlo partire. Non è detto che siamo meglio in tutto», ha aggiunto Rummenigge, che ha parlato anche di Luca Toni e della tassa sulla religione: «E’ venuto qui la settimana scorsa. Gli ho consigliato di continuare, segna tanto, mi dà la sensazione di stare bene in tutto. Evasione fiscale? Il giudice non ha fatto una bella cosa a pubblicare il contratto, ora vedremo alla sentenza. Però nell’affare Toni il cartellino era a buon mercato: 11 milioni di euro, ma ne valeva 25-30. Noi siamo rimasti contenti, abbiamo vinto, lui ha segnato tanti gol ed è ancora benvoluto a Monaco».

IL MISTER – Si passa poi a parlare di Pep Guardiola, adorato anche in Italia. Il futuro del tecnico è stato oggetto di discussione a gennaio: «Ne abbiamo parlato, ci vediamo a fine stagione per un rinnovo dell’accordo oltre il 2016. Ma lo lascio in pace, perché è speciale e si concentra sull’ultima tappa dell’annata. Noi ci fidiamo di lui e lui di noi. Non abbiamo fretta. Sento le voci, ma non credo che lui sia adatto per una società tipo il City, non fa parte della sua cultura.  Pep gestisce il gruppo in modo totalmente diverso da prima. Anche Lahm, il capitano, mi dice che grazie ai suoi metodi la squadra è sempre tirata al massimo. Propone sempre novità. Per Guardiola la Champions è come il ballo di Vienna, una sera speciale, si veste anche in modo diverso per farlo capire ai giocatori».

CASO NAZIONALE – Infine, Rummenigge ha detto la sua sul caso Marchisio, partendo però dall’infortunio al ginocchio in nazionale di Alaba, per il quale non si è lamentato: «Credo che dobbiamo cercare di vivere in armonia con le nazionali: Uefa, Fifa e alcune federazioni l’hanno capito. Anch’io mi sono arrabbiato per le sette settimane di stop. Ma non vale la pena. Per i giocatori la nazionale è la squadra più importante: è così in Germania, in Italia, nel mondo. Anche se il Bayern o il Real Madrid o altri sono i club più importanti nel loro paese, la nazionale è santa e sana». 

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