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Rui Costa: «Paquetà come Kakà? Per nulla! La Juve con Ronaldo vincerà la Champions»

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L’ex calciatore del Milan, Rui Costa, è stato intervistato per parlare del Portogallo, di CR7 ma anche dei talenti rossoneri Paquetà e Piatek

L’attuale ds del Benfica, Manuel Rui Costa, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport per parlare del nuovo Milan di Gattuso e dei talenti di Piatek e Paquetà. Ecco le sue parole: «Ha cambiato gestione, ha bisogno di tempo. Ora è in condizione di tornare in alto, con un allenatore che conosce la storia del club. Rino avrà un grande futuro. Ha fatto bene il Milan a sceglierlo e credo che raggiungerà il traguardo, che prima di tutto è tornare a giocare in Champions». 

«Paquetà? L’ho seguito in Brasile, visto il mestiere che faccio, lo conosco bene. Ha grandissime qualità, avrei voluto portarlo al Benfica, ma non ho potuto ingaggiarlo: già troppo caro per un club portoghese. Ha qualità e l’età per crescere ed evolversi in un calcio difficile come quello italiano. Somiglia a Kakà? Per niente. Sarà se stesso come è giusto che sia. Kakà faceva il trequartista, ma aveva anche una potenza che raramente, forse mai, si è vista in un giocatore in quella posizione. Era anomalo, era Kakà. E Paquetà è Paquetà: l’ho visto fare la mezzala, tecnicamente è molto forte, ha un mancino stupendo, di velluto». 

«Cosa penso di Piatek? Lo conosco meno di Paquetà, ma ci vuol poco a dire che è un grande attaccante. Mi ha sorpreso la sua capacità di adattamento: ha fatto pochi mesi nel Genoa, tanti gol, si poteva pensare che il passaggio al Milan, un club diverso con una storia diversa e una pressione enorme, fosse complicato, o almeno che gli servisse tempo. Invece niente: è arrivato, ha segnato parecchio, anche in partite importanti, sembra che sia lì da una vita».

«Impressionante. Però anche in questo caso fare paragoni è inutile. Piatek non è Sheva né nessun altro, ma ha portato soluzioni diverse all’attacco del Milan e risolto molti problemi. Ho avuto la fortuna di giocare con grandi attaccanti e posso dire che averli in squadra calma i nervi. Quando la partita non si risolveva, con Sheva, Kakà o Inzaghi sapevi che avevi dalla tua parte uno che prima o poi la metteva dentro, perché uno di loro il gol lo faceva. Piatek non è Sheva o Inzaghi, ma fa gol e risolve problemi». 

Verso la conclusione dell’intervista, Rui Costa si è poi soffermato su CR7 che con cui ha giocato l’Europeo del 2004: «Ripensiamo alla partita della Juve con l’Atletico, la morale è: se Cristiano è in serata, si può fare. Certo la Juve non è solo lui, è una squadra di campioni. Ma avere uno come Cristiano ti dà fiducia. Un fenomeno. È arrivato bambino, un ragazzo bravissimo, lo guardavi e sapevi cosa sarebbe diventato. Cristiano ha una grinta, una voglia di arrivare non si sa dove, va oltre ogni limite».

«Abbiamo capito subito che sarebbe diventato una stella, ma continua a meravigliarci: se pensi a quello che fa ora che ha 34 anni, capisci che è pazzesco. Quanto potrà andare avanti? Chi lo sa? Con la sua forza mentale difficile fare previsioni. La Juve in Champions? La Juve era tra le favorite anche prima, adesso ancora di più. Ci sono tante squadre forti in gioco, ma con Cristiano tutto è possibile. Perché per lui tutto è possibile». 

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