2016

Romagnoli: «Serve una vita per meritarsi il Milan»

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Il difensore racconta l’infanzia e l’arrivo a Milano

Alessio Romagnoli ne ha fatta di strada da quando suo padre gli regalò quel Tango da piccolo, adesso gioca nel Milan ed è uno dei difensori italiani più quotati. Romagnoli ha raccontato la sua infanzia a Nettuno e il bel rapporto che ha col fratello Mirko, sei anni più grande di lui, ma soprattutto di come la sua famiglia abbia creduto in lui e nelle sue doti: «I miei avevano un alimentari, facevano cento km al giorno per portarmi a Roma agli allenamenti, hanno venduto il negozio e puntato su di me, e hanno vinto». L’esordio in prima squadra avvenne alla Roma con Zeman, che prese da parte Romagnoli e disse di non volerlo più vedere in Primavera, come racconta il tredici rossonero: «Anche mio papà credeva molto in me, aveva tutti contro, gli dicevano di pensare al lavoro ma lui pensava prima a me».

FINALE – Romagnoli ha parlato della gratitudine verso Bruno Conti e Giuseppe D’Agostino che lo hanno portato alla Roma e si è definito una persona umile anche se tra i difetti ha messo l’essere giovane e ancora un po’ acerbo in certe situazioni di campo. «Non sono ancora riuscito a far vedere che merito i soldi che il Milan ha speso per me, non serviranno una o due stagioni, ci vorrà una vita intera» ha continuato Romagnoli a Sport Week dicendo in seguito di avere le qualità per poter diventare leader in un futuro. A proposito del Milan ha detto: «È la maglia che pesa più di tutte assieme a quella della Juventus. Non so cosa stia succedendo al Milan, o ci sentiamo troppo bravi perché presuntuosi o andiamo in difficoltà quando dobbiamo fare la partita». Come si batte la Juventus in finale? Romagnoli ha risposto così: «Serve la partita perfetta dobbiamo provarci sempre, dobbiamo tentare, siamo il Milan».

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