2015
Romagnoli e Bacca certezze ma serve il miglior Bertolacci
Dal post Napoli ad oggi: 10 punti in 4 gare, il Milan è tornato nei piani alti della classifica. Il peso dei tre acquisti milionari
Il campionato del Milan è cambiato dopo la clamorosa botta interna incassata dal Napoli: quel poker firmato dalla splendida esibizione degli uomini di Sarri fu di fatto il capolinea di un certo modo di intendere il Milan. Il presidente Silvio Berlusconi non avrebbe lasciato scorrere una stagione alla stregua di quanto accadde un anno fa con Inzaghi, procedendo così ad un anticipato quanto clamoroso avvicendamento sulla panchina rossonera.
LA REAZIONE DI MIHA – Il buon Sinisa ha invece trovato il modo di graffiare le corde giuste del gruppo ed ha ottenuto la salvifica (per se stesso) reazione. Dal post Napoli in poi il Milan ha giocato una buona gara sul campo del temibile Torino salvo vedersi rimontato da Baselli ad un quarto d’ora dal termine, ha poi infilato la convincente serie di tre vittorie consecutive ottenute tutte contro avversari impegnativi: le due casalinghe contro la sorpresa Sassuolo e l’organizzato Chievo di inizio stagione, poi il colpo sul campo di quella Lazio che aveva vinto tutte le gare casalinghe della sua stagione. E’ di fatto con quest’ultima vittoria che Mihajlovic ha certificato la nascita del suo Milan: dopo un avvio a dir poco complesso – e complice un campionato mai così equilibrato nel recente passato – il Diavolo è lontano solo tre e quattro punti dalle più quotate Napoli e Roma.
DA AGGIUSTARE – Il processo di ricostruzione del Milan che sarà ha ovviamente bisogno di una serie di riconferme non di poco conto. Il primo dato da correggere è quello inerente ai gol incassati: 16, alla media di 1.45 a partita, statistica che spalmata sull’intero campionato renderebbe un torneo da 55 reti al passivo. Addirittura cinque in più rispetto ai 50 della scorsa stagione, in cui il Milan non andò oltre un frustrante decimo posto: dato non all’altezza di una squadra dalle determinate ambizioni. Nelle ultime tre gare però una prima inversione: due le reti subite, entrambe dovute ad errori del giovanissimo Donnarumma. La chiave è inevitabilmente la consacrazione di Alessio Romagnoli: classe ’95 e prospetto talmente evidente da brillare di luce propria, il mancato acquisto di un affidabile centrale di esperienza da affiancargli nella crescita – unico a disposizione quell’Alex troppe volte frenato però da fastidi fisici – gli impone di rispondere sin da subito agli immancabili detrattori. Quegli improvvisati commercialisti che lo bollano come un acquisto strapagato: rendere da leader avrà un gusto ancora maggiore.
GLI ALTRI INNESTI CHIAVE – Ben ha fatto il Milan, fuori dall’Europa e dunque non esposto ai riflettori del financial fair play, ad investire massicciamente per giocarsi le sue carte di ritorno ai livelli che gli competono: ai 25 milioni investiti per il cartellino di Romagnoli hanno fatto rima i 30 con cui la società rossonera ha pagato la clausola rescissoria presente nel contratto che legava Carlos Bacca al Siviglia. Trenta milioni per un centravanti prossimo ai trent’anni, il coro immediato dei disfattisti: il colombiano però segna alla media di due gol ogni tre partite, spacca le difese con una velocità propria a pochi ed ha confermato in un campionato mai calcato prima quell’innato fiuto del gol negli ultimissimi metri di campo. Perfetto se servito in profondità, ha i fondamentali per districarsi palla al piede. Il colpo più sottovalutato è quello di Andrea Bertolacci: i tifosi rossoneri di lui non hanno ancora visto nulla. L’infortunio agli adduttori rimediato in avvio di campionato ne ha condizionato ricerca della condizione e dunque continuità: con Bertolacci al top il Milan però può cambiare volto. Ha corsa, dinamismo e senso della posizione, ma più di ogni altro aspetto la scelta nei tempi d’inserimento. Il primo squillo in rossonero all’Olimpico lo dimostra, peccato per un ulteriore infortunio che ritarderà ancora il raggiungimento dei pieni giri: al centrocampo del Milan non bastano muscoli e polmoni di Kucka, regia di Montolivo e completezza di Bonaventura. Serve lui per cambiare la marcia.