2012

Roma, Zeman e l?equilibrio: due rette non più parallele

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La Roma va a caccia della quinta vittoria consecutiva in campionato – sesta se aggiungiamo il 3-0 inflitto all’Atalanta in Coppa Italia – per rilanciarsi definitivamente nell’altissima classifica: la trasferta non è proibitiva – Chievo terza peggior difesa del torneo – ma gli uomini di Corini vivono un periodo favorevole dopo le due vittorie che hanno ridato fiducia ad una squadra apparsa più in difficoltà rispetto agli ultimi anni.

PJANIC UNA DELLE CHIAVI DELLA RINASCITA – C’è tanto Miralem Pjanic nella resurrezione giallorossa. Personalmente mai alcun dubbio sul valore del giocatore – un fenomeno per qualità, intelligenza e personalità nonostante la sua giovane età (classe ’90) – mentre qualche incertezza risiedeva sull’adattabilità ad un centrocampo prettamente zemaniano, dove corsa, intensità e tempi d’inserimento la fanno da padrone. Non propriamente le caratteristiche del calciatore bosniaco, a cui più volte sono stati preferiti colleghi più affini ai dettami del boemo. Serviva un’invenzione dunque, pena la definitiva rinuncia al talento di Pjanic. Ecco che, dopo due impieghi da titolare di centrocampo contro Torino e Pescara, la svolta arriva a Siena: Lamela out, Osvaldo non al meglio e spazio al bosniaco nel tridente offensivo. Soluzione che convinceva ancora meno – Pjanic giocatore piuttosto lento per vestire i panni dell’attaccante laterale desiderato da Zeman – ma l’ex Lione si è rifugiato con il paracadute della qualità, il suo marchio di fabbrica.

L’EQUILIBRIO, QUEL PERFETTO SCONOSCIUTO – Miralem Pjanic ha così ulteriormente elevato il tasso di qualità di una squadra già di per se brillante sotto questo angolo di osservazione, e per caratteristiche proprie ha sostenuto il centrocampo più di quanto avesse potuto fare un attaccante puro. A Zeman l’esperimento non è affatto dispiaciuto, ha apprezzato ed ora fa fatica a rinunciare alla nuova proposta della sua squadra: complesso immaginare una svolta di tale portata per un allenatore che ha sempre schierato in campo il maggior numero di attaccanti possibile, ma con Pjanic nella posizione di attaccante ibrido la squadra non sembra perdere in termini di efficacia realizzativa e risulta evidentemente più equilibrata. Con l’intera rosa a disposizione ora la Roma ha una panchina di lusso: a Verona sicuramente out dal primo minuto uno tra Destro ed Osvaldo, Lamela ed anche a centrocampo un paio di interpreti di calibro resteranno obbligatoriamente fuori.

GLI OBIETTIVI DELLA ROMA – Equilibrio sì, ma sarà inevitabile ed intrinseco all’idea calcistica zemaniana incorrere ancora in passivi pesanti. La certezza è data dal fatto che gli sforzi massimi di Zdenek Zeman vanno oggi proprio in tale direzione, ossia nella ricerca di un assetto che – come accaduto nella splendida vittoria sulla Fiorentina – possa garantire allo stesso tempo brillantezza e discreta tenuta generale. La sfida, a costo di risultare ripetitivi, è quella della continuità: la piazza giallorossa, dopo la stagione interdittoria della gestione Luis Enrique, non potrebbe mai accettare un saliscendi fatto di goleade un giorno e pessime esibizioni l’altro. Zeman questo lo sa e lavora costantemente anche sotto il profilo psicologico del gruppo: non c’è conferenza stampa o intervista in cui non ribadisca che la squadra deve puntare al massimo, che nessun obiettivo è precluso. Che senza la falsa partenza questa Roma sarebbe al vertice. La falsa partenza però c’è stata e non è un caso, sarà doveroso non imbattersi in altre turbolenze.

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