2016
Zingaretti: «Totti-Spalletti come Montella-Capello»
L’attore è di fede giallorossa: «Ma il calcio non è roba per Montalbano»
Luca Zingaretti ha avuto la definitiva consacrazione nel piccolo schermo italiano con l’interpretazione del commissario Salvo Montalbano, trasposizione televisiva tratta dalle opere cult di Andrea Camilleri. Zingaretti, intervistato da Il Corriere dello Sport, ha rivelato la sue fede giallorossa, rimembrando sopratutto i tempi passati: «L’Olimpico? Ci ho passato tante e tante domeniche di ragazzo tifoso, in particolare di Francesco Rocca, il mio idolo. In campo la mattina, con la San Paolo Ostiense, poi di corsa allo stadio, magari con l’ombrello, dove gli amici ti tengano il posto. CUrvaiolo allora, poi in Tevere, adesso, in Monte Mario: ma lo struscio asettico di tribuna mi appartiene un po’ meno. Le curve vuote sono un brutto spettacolo, ancora peggio la loro politicizzazione o certe logiche private, Trovo curioso come i media non raccontino questa realtà, questo clima omertoso».
LE DICHIARAZIONI – Prosegue e conclude Zingaretti: «Il calcio non è roba per Montalbano. Il massimo che si è concesso è una scena mentre palleggia, inserita dal regista Sironi, in un episodio di qualche tempo fa. Totti? Francesco ha sbagliato l’uscita, un po’ disorientato dal momento. Luciano mi pare sia cresciuto, la Russia gli ha fatto bene. A me il loro contratto ha ricordato quello tra Montella e Capello in tempi gloriosi. Vincenzo si lamentava di essere poco utilizzato, entrava e segnava: il tecnico gli replicava che tutto questo accadeva grazie alla sua gestione. Totti ci ha illuminato per oltre 20 anni, teniamocelo stretto, giochi ancora un anno, dando l’esempio. Poi partecipi nel ruolo più idoneo alla costruzione di una società che possa competere con le big d’Europa».