2016

Spalletti: «A Roma c’è un topino sordo»

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Il tecnico si affida a Dzeko: «E’ una belva, va servito meglio»

Un altro show di Luciano Spalletti in conferenza stampa. L’allenatore della Roma ha alzato nuovamente il livello della comunicazione con stoccate mai banali, restando sempre sopra le righe. A margine dell’incontro con la stampa, quando i giornalisti avevano quasi lasciato Trigoria, il tecnico giallorosso richiama tutti e fa: «Ci tengo a sottolineare la prova di Gyomber col Sassuolo, con la testa bendata e un dito del piede rotto. Va portato come esempio, di lui mi ricorderò. Non a caso De Rossi ha appeso la fotografia del compagno sull’armadietto dello spogliatoio».

TOPI E BELVE – In sala stampa, invece, torna sul “topino”, cioè il presunto uomo che racconta i segreti di Trigoria alla stampa. Spalletti continua a giocarci su: «Di sicuro il topino è un po’ sordo, perché riporta le cose sbagliate. Gli daremo le supposte». Poi spazza via l’alibi dell’ambiente complicato intorno alla squadra a fronte dei risultati non all’altezza delle aspettative: «Certo, è meglio se i calciatori vengono aiutati e non fischiati come dice Keita. Ma basta parlare di ambiente difficile. Giocare nella Roma è un privilegio e una responsabilità. E allora costruiamo lo stile Roma. Ai calciatori l’ho già detto: una volta con lo Zenit, dall’altra parte del mondo, un bambino in ascensore mi ha riconosciuto come allenatore della Roma. Ecco, verso questi bambini noi abbiamo un dovere». E poi rassicura Edin Dzeko: «C’è una cosa sola: lo serviamo male, punto. Lo dobbiamo sostenere di più e meglio. Lui fisicamente è una belva, va trovata la strada per farlo sentire dentro il nostro gioco».

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