2009
Roma, Totti: “Laziali, che volete? Il derby è anche questo”
Ã?«Abbiamo vinto questo derby molto importante, non solo per il fascino che riveste nella nostra città , ma per gli sviluppi che potrà avere per l’epilogo del campionato. SiaÃ?Âmo partiti male, molto male, perchè non siamo riusciti ad esprimere le nostre potenzialità , poi nel secondo tempo la partita ha cambiato volto e siamo riusciti a vincere.
A me è dispiaciuto usciÃ?Âre, ma alla fine ero felice perchè la squaÃ?Âdra e questo primo posto da difendere vengono priÃ?Âma di tutto. Il derby ha una sua storia, una sua particolarità che lo porta a essere per forza una partiÃ?Âta diversa. Nelle tradizioÃ?Âni, negli sfottò, nelle coreoÃ?Âgrafie, nei festeggiamenti, sia dei tifosi che dei protaÃ?Âgonisti. Spesso diventano motivo di conÃ?Âtrasto tra amici, familiari, tra marito e moglie, fratelli, ma poi tutto si ricompone e magari chi perde è soggetto a pagare una scommessa al vincitore.
Sono cresciuto sia come tifoso che come calciatore dentro queste tradizioni e creÃ?Âdo che nulla e nessuno potrà mai farmi cambiare. Mi ricordo i festeggiamenti post derby di tanti anni fa, quando c’eraÃ?Âno le bare con i vessilli degli sconfitti, opÃ?Âpure tifosi che imponevano a quelli delÃ?Âl’altra sponda di indossare in corteo i coÃ?Âlori della loro squadra vittoriosa. Ricordo anche i festeggiamenti e le esultanze per i gol dei protagonisti dei derby. Alcuni esempi. Di Canio sotto la curva sud con il dito alzato verso i nostri tifosi, oppure il segno del tre sempre dello stesso giocatoÃ?Âre verso la tribuna quando usciva dal campo. O PanÃ?Âdev con il gesto delle orecÃ?Âchie verso la curva Sud…
Oltre a questo di recenÃ?Âte – e parlo dell’ultima Coppa Italia e Supercoppa vinte – i giocatori della LaÃ?Âzio (De Silvestri e Dabo, ad esempio) hanno festegÃ?Âgiato i loro successi con maglie celebratiÃ?Âve nelle quali ero raffigurato come capiÃ?Âtano della Roma ed ero fatto oggetto di scherno. Ma anche durante questa ultima settimana, da quello che ho letto sui giorÃ?Ânali, i calciatori della Lazio hanno affisso all’interno del loro spogliatoio il mio poÃ?Âster per cercare di caricarsi. E magari saÃ?Ârò stato oggetto di parecchi sfottò. Ma tutÃ?Âto questo non mi ha dato fastidio, perchè il derby di Roma è anche questo. Fa parÃ?Âte del gioco e mi sembra che anche quanÃ?Âdo ho perso un derby – ed è capitato – doÃ?Âpo l’inevitabile delusione non ho mai fatÃ?Âto polemiche sui festeggiamenti dei miei colleghi della Lazio che sono stati magari anche più pesanti di quelli che abbiamo fatto noi e io in particolare.
Al termine della partita la mia esultanÃ?Âza è stata solo quella di riprendere la coÃ?Âreografia esposta dalla curva Sud, che inÃ?Âdicava il pollice verso. Ma questo per me stava semplicemente a significare un geÃ?Âsto d’intesa con i miei tifosi per la partita vinta, non voleva essere un gesto offensiÃ?Âvo verso i tifosi laziali e verso i calciatori della Lazio. Certe situazioni le capisce chi fa parte della storia dei derby, chi l’ha visÃ?Âsuta come ad esempio Paolo Di Canio, che pubblicamente mi ha difeso e lui stesso ha ammesso di aver esultato in modo ben più pesante rispetto a me. Lui sa perfettaÃ?Âmente cosa vuol dire un derby per noi roÃ?Âmani. Poi se qualcuno in campo mi può aver detto che sono finito o può avermi inÃ?Âsultato e questo è avvenuto e spesso avÃ?Âviene in ogni partita, fa parte dello svilupÃ?Âpo di una gara e per me quando è finita, è finito tutto.
Fonte: Corriere dello Sport