2015
Clamoroso allOlimpico, dove tutto è possibile
Roma Spezia, Coppa Italia: la folle eliminazione della Roma, la pagina di storia dello Spezia
Ottavi di finale di Coppa Italia, la Roma viene eliminata tra le mura amiche dell’Olimpico dallo Spezia, compagine attualmente all’undicesimo posto della classifica di Serie B: ai giallorossi non basta il clima ostile del suo stadio a giustificare una disfatta di tale portata, enorme merito a chi è stato in grado di scrivere una pagina memorabile della sua storia ma il tecnico francese Rudi Garcia finisce inevitabilmente (ed ulteriormente) sul banco degli imputati.
LA SITUAZIONE – Non che già non lo fosse: l’attuale quinto posto in classifica dietro Inter, Napoli, Fiorentina e Juventus – dopo le due medaglie d’argento consecutive dietro gli inarrivabili bianconeri, i 155 punti degli ultimi due campionati e l’importante campagna acquisti estiva volta a mettere le mani sull’ambito titolo – non può bastare. Non può essere sufficiente se accompagnato da una qualificazione agli ottavi di finale di Champions League accolta dai fischi sonori del suo popolo – 6 punti ed una sola vittoria nel girone eliminatorio – e da una proposta calcistica altamente insufficiente. Dipendente da un unico spartito (quello delle situazioni di superiorità numerica sugli esterni) ed incapace di trovare una via alternativa.
IL CULMINE – Non poteva bastare, non era sufficiente. Così fino ad oggi pomeriggio: quando la banda Garcia ha oggettivamente superato il limite. L’umiliante eliminazione in Coppa Italia subita da una realtà di serie cadetta, con appena una reale occasione da gol, dopo aver fatto passare Nenè per un centometrista ed aver calciato i rigori in quel modo, segna oggettivamente qualcosa in più del mero non bastare. Il giocattolo di Garcia si è rotto nel girone di ritorno della scorsa stagione – dove la Roma ha salvato il secondo posto in quella sorta di gara a perdere che (non) abbiamo ammirato per i piazzamenti Champions ma è stata presa a bastonate nelle due coppe dalla Fiorentina, eliminata malamente agli ottavi in Europa League ed ai quarti in Coppa Italia – senza più dare neanche la sensazione di tornare ai livelli di un tempo. Si doveva probabilmente cambiare in estate, ma dopo quello che comunque era un secondo posto – e relativa qualificazione diretta alla Champions League – non era facile: oggi, a prescindere dall’opportunità o meno, cambiare sembra diventata l’unica via possibile per dare un segnale di vita.
PAGINA DI STORIA – Basterebbe guardare i volti dei calciatori dello Spezia nella mixed zone dell’Olimpico per comprendere la portata dell’impresa: gli uomini di Di Carlo però ci hanno tenuto a precisare come non fossero partiti in direzione Roma per una gita fuori porta, quanto invece consapevoli di poter lasciare ogni briciolo d’anima sul campo per centrare un traguardo storico. Letto alla perfezione il momento particolare dell’avversario, lo Spezia ha dato battaglia su ogni pallone senza mollare un centimetro, restando sul pezzo per 120 minuti e dunque – considerato a quel punto l’enorme differenziale psicologico – presentandosi da favoriti alla lotteria dei calci di rigore. Ai quarti di finale di Coppa Italia, dopo aver eliminato la Roma, accedono dunque: Chichizola, Martic, Valentini, Terzi, Migliore, Misic, Brezovec, Canadjija, Situm, Catellani, Nenè, i subentrati Ciurria, Juande e Campora, la panchina composta da Sluga, Postigo, Coric, Milos, Piccolo, Errasti, Rossi, Tamas ed Azzi, l’allenatore Mimmo Di Carlo e la società tutta. E la favola deve ancora iniziare: lo Spezia affronterà l’Alessandria (Lega Pro) ai quarti di finale. Come direbbero in Nba: Love This Game.