2017

Roma bene a Palermo, ma la tensione sale

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La Roma fallisce l’esame di maturità non tanto in campo con il Palermo, quanto fuori: i segnali del nervosismo e dell’inesperienza giallorossa

Esame di maturità fallito, l’ennesimo, per la Roma. Che sul campo, certo, riscatta col successo di Palermo le ultime balbettanti prestazioni, che rischiano comunque di averne compromesso il cammino praticamente in tutte le competizioni stagionali. Ma fuori dal terreno di gioco si scopre una volta di più vulnerabile vittima del suo stesso ambiente. Che tanto sa dare ed altrettanto togliere. Il primo indizio, eloquente, era arrivato in settimana con le parole d’oltreoceano (poi solo in un secondo momento ritrattate) del presidente Pallotta, che in una dura intervista non aveva escluso da severe critiche né Spalletti («sta facendo giocare troppo alcuni elementi, che ora hanno finito la benzina» e ancora «Salah contro il Napoli andava inserito prima») né la dirigenza («in estate sono state fatte scelte sbagliate su chi tenere e chi cedere»). Il secondo si è manifestato proprio a margine del successo in terra siciliana, quando è stato lo stesso allenatore di Certaldo a togliersi alcuni sassolini dalle scarpe: «Pallotta non è presente e la società non ha strategie: il mio secondo anno di contratto è stato sottoscritto solo per dare la sensazione di una continuità di progetto». Sullo sfondo il terzo indizio, che a conti fatti farebbe una prova: il “giallo” legato al mancato ingresso in campo di Totti nel finale di partita contro il Palermo, episodio che lo stesso Spalletti non ha evidentemente voluto sminuire: «Preferisco non parlarne, altrimenti qualunque dichiarazione potrebbe essere usata contro di me». Uno scenario certo non inedito, in un ambiente sempre frizzantino come quello giallorosso. Che, però, da troppi anni è ormai chiamato senza successo a quel salto di qualità necessario per primeggiare in Italia come in Europa. Se da un punto di vista prettamente tecnico il cammino della società nelle ultime stagioni si è rivelato lusinghiero, sotto l’aspetto mentale protagonisti e comparse hanno dimostrato di non sapersi divincolare dalle tele intessute da un retroterra stantio.

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