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Crisi Roma, Rosella Sensi: «I Friedkin non parlano oggi e non lo hanno fatto mai. Ecco cosa ci vuole per uscire da questo momento. Tornare alla Roma? Vi dico questo…»
Le parole di Rosella Sensi, ex presidentessa della Roma, sul momento di crisi che sta attraversando il club giallorosso. I dettagli
Rosella Sensi è stata presidentessa della Roma dal 2008 al 2011 e conosce la difficoltà di governare un grande club. Sull’attuale periodo difficile della società giallorossa interviene su La Gazzetta dello Sport.
IL SILENZIO DEI FRIEDKIN – «La nuova proprietà ha adottato questa strategia sin dall’inizio, e pur senza parlare ha vinto un trofeo e portato il club a due finali. Parliamo di imprenditori importanti che hanno risolto anche problemi finanziari, non credo abbiano bisogno di consigli. Però, quello che mi ha insegnato mio padre è che un presidente deve sempre metterci la faccia, deve fare da ombrello per le critiche e le contestazioni a difesa non solo della squadra ma di tutti quelli che lavorano per il club».
COSA BISOGNEREBBE FARE – «Non conosco la situazione di Trigoria, solo chi la conosce a fondo può saperlo. In teoria, mi circonderei di professionisti che conoscono il calcio italiano e di cui ho fiducia. Da soli non si va da nessuna parte. Io ho avuto la possibilità di lavorare con professionisti e colonne del club. Penso a Bruno Conti, Daniele Pradé e Cristina Mazzoleni. Molti parlavano di conduzione familiare, ma non era così».
IL 2004-05 CON 4 ALLENATORI – «Fu un anno confusionario, ma era anche una squadra forte che era arrivata seconda l’anno prima. Dopo Prandelli che lasciò per motivi familiari vennero scelti due allenatori da Baldini (Voeller e Delneri, ndr) che non riuscirono ad adattarsi a quella Roma. A Cagliari ci fu la svolta per evitare la lotta salvezza. Chiesi a Cellino una stanza dello stadio e chiamai Totti, Montella e Pradé. Insieme a Vito Scala decidemmo di affidarci a Bruno Conti e il giorno dopo Baldini presentò le dimissioni. Ma ripeto, parliamo di una squadra solida».
TORNEREBBE ALLA ROMA – «A questo non so risponderle».