2009

Roma, Ranieri: “Rinnovo? Penso a lavorare al meglio”

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A Roma si continua a discutere del rinnovo (o meno) del contratto di Ranieri.

L’accordo con il tecnico scade a giugno, risultati in altalena e incertezze sul futuro del club – la banca non ha intenzione di blindare un tecnico che potrebbe non essere gradito ai nuovi proprietari – hanno imposto uno stallo dei discorsi sul prolungamento. “Io sono portato a lavorare al meglio – chiarisce il tecnico in un’intervista al Romanista in edicola domani – se avrò la possibilità  sceglierò, se non potrò pazienza. Non ho mai pianto in vita mia, casomai ricomincio da capo. à? una questione di strategie societarie“. Ranieri pensa invece al futuro di altri elementi in bilico: “L’allenatore non è un patrimonio della società , ma i giocatori sì e penso a gente come Menez, Greco, De Rossi e non solo“. In ogni caso, prima di salutare, vorrebbe provare a togliersi una soddisfazione: “Sono un tifoso della Roma e chi più di me vuole vincere? Lo scorso anno siamo arrivati secondi, io voglio migliorare“. Per farlo, può contare su un giocatore in più, il Menez ritrovato di questo periodo: “Credo che sia il miglior giovane del campionato italiano – spiega Ranieri – deve solo imparare a dosare bene le forze. E’ un giocatore che fa innamorare il pubblico“. Poi, svela un retroscena risalente agli anni al Chelsea e all’arrivo di Roman Abramovich: “Appena arrivato mi voleva portare Totti, ma gli dissi subito che non era possibile“.

ADRIANO IN CAMPO – Occhi nel frattempo su Trigoria: c’è in campo Adriano. Già , Trigoria. Non l’Olimpico, neanche il Flaminio, dove in estate aveva promesso “tornerò grande” e dove Rosella Sensi lo aveva promosso a nuovo Imperatore della capitale: “Non è una scommessa, è una certezza”. Nei sei mesi trascorsi da quel giorno, però, tutto o quasi ha fatto pensare il contrario. Nell’amichevole di oggi con i ragazzi del settore giovanile (prima dell’inizio della partitella si è infortunato nuovamente Okaka, problemi al ginocchio), l’attaccante è tornato al gol con la specialità  di casa: conclusione mancina dal limite. Un timido segnale, buono almeno per il morale, in un test che Ranieri e il suo staff hanno pensato per valutare il recupero di Juan e Pizarro – incoraggianti i segnali – dai rispettivi guai fisici, ma soprattutto per mettere sulla bilancia la condizione di Adriano.

SPERANZA E PROMESSA – Nonostante il ritorno al gol la bilancia, quella vera, resta impietosa con il centravanti venuto da Rio: rispetto ai 106 chili (ufficiali) di quando è sbarcato a Roma, non ne ha persi più di un paio, forse tre. Briciole rispetto a quanto sarebbe necessario per rivederlo in uno stato di forma accettabile su un campo di serie A. Ranieri con lui è stato chiaro: “Finchè non tornerai in forma, io non ti farò giocare”, gli ha detto già  da tempo. Ma da quando Ranieri è tornato a convocarlo i segni di un’inverisone di rotta non si sono visti. Anzi. Per spiegarne il flop e la condizione precaria, qualche voce poco rassicurante negli ultimi mesi aveva alzato sospetti sulla sua vita privata, mai tornata, secondo i maligni, a riflettere i doveri di un atleta. Anche per evitareÃ?  rischi di questo tipo le persone a lui più vicine (e qualcuno a Trigoria) lo hanno consigliato da tempo a riunirsi con la ex moglie Danielle Carvalho e con i figli Adrianinho e Sophia, che nelle scorse settimane lo hanno raggiunto a Roma. Nella capitale l’attaccante ha trovato inoltre una colonia brasiliana poco festas&samba e molto casa-lavoro-famiglia, da Doni a Cicinho, da Juan a Baptista e Simplicio. A loro, nel corso di una cena a poche ore dal derby, Adriano ha promesso: “Entro Natale tornerò Imperatore”.

FUTURO – Fin qui, non è mancato l’impegno: in pubblico la sua condotta alimentare e non solo è ineccepibile. Anche a Trigoria non c’è membro dello staff che non ne lodi l’applicazione e la serietà . Ma la ritrovata serenità  familiare, i programmi alimentari e di allenamento personalizzati e i chilometri a scartamento ridotto sul campo, non sono serviti. Certo, i due infortuni in un mese tra fine agosto e fine settembre (all’adduttore e alla caviglia) ne hanno minato il recupero fisico e quello mentale, costringendolo ad assistere tra infermeria e panchina ai sette gol di Borriello, alle perle decisive di Vucinic, all’esplosione di Menez e al ritorno di Totti. Per lui briciole, che si traducono in 113 minuti di gioco diluiti su tre gare, zero gol e nessun lampo. Natale è vicino, e con quei quattro davanti (uno a turno deve anche restare fuori) Adriano sa che di spazio ne troverà  sempre meno. Il Corinthians sogna di riportarlo a Rio, magari appoggiato da uno sponsor che paghi l’ingaggio. “Adriano resta” è ritornello suonato quotidianamente a Trigoria. Il suo agente, in ogni caso, è atteso a giorni a Trigoria. E se fosse lo stesso Adriano a rimettere la quota della scommessa e a chiedere di tornare campione altrove?

Fonte | Repubblica.it

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