2013
Roma, Pallotta: «Gruppo unito, lo scorso anno invece…»
ROMA PALLOTTA REPUBBLICA – James Pallotta, presidente della Roma, si è concesso per una lunga intervista ai microfoni del quotidiano Repubblica, nella quale ha toccato diversi temi inerenti al mondo giallorosso e alla gestione del club da parte del dirigente statunitense. Si inizia, parlando del tecnico attuale, Rudi Garcia, autore di un’ottima partenza in campionato.
GARCIA – «Lo avevamo in testa sin dall’inizio, solo che non era il primo della lista: da sempre ho voluto un allenatore straniero che si potesse confrontare piu’ con il mondo che con l’Italia. Volevo qualcuno fresco, culturalmente non troppo coinvolto in un vecchio sistema. Rudi mi ha convinto e si e’ spiegato in venti minuti di chiacchierata. Mi ha detto cosa voleva e in quale parte del campo. Anche i miei collaboratori in societa’ sono stati fantastici».
MERCATO – «Abbiamo preso Strootman, capitano della nazionale olandese a 23 anni, Gervinho era stato allenato da Garcia a Lille, 28 gol in due stagioni, Ljajic e’ un talento. Credo che sport e business possano andare insieme. Non e’ irrazionale provarci. Una societa’ puo’ essere gestita con serieta’, disciplina e conoscenza del mercato».
TIFOSO – Infine, Pallotta afferma: «Quando la squadra e’ venuta in America ho visto un gruppo affiatato, pronto ad aiutarsi, contento di stare insieme. L’anno scorso invece la squadra era troppo giovane, senza leadership, ognuno andava per conto suo. Io ho spaccato televisori dalla rabbia. Quando sono in America seguo la partita da fanatico, mettendomi la maglia della Roma e trovandomi con un po’ di amici fidati. Ho un difetto: mi arrabbio. Ho giocato a basket e non mi piace perdere: si possono avere i conti a posto, ma se non vinci, non costruisci una leggenda».