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Roma, Pallotta alza finalmente la voce. Tutte le verità del Presidente

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In piena situazione caotica, James Pallotta si fa finalmente sentire. Monchi, De Rossi, Totti: i principali temi toccati dal Presidente

Si è fatto attendere, James Pallotta. Una replica ufficiale all’inchiesta pubblicata recentemente da La Repubblica si aspettava forse in tempi più brevi, ma alla fine è arrivata. Considerato poi lo spessore della pubblicazione dell’americano, il tempo trascorso è più che giustificato. Una lettera a mente e cuore aperto, in cui racconta tante verità e al contempo tante amarezze.

Come quella di aver dato troppa fiducia a Monchi. Essendo in pianta stabile negli USA, è comprensibile che il Presidente deleghi qualcuno al suo posto per assumere determinate funzioni. Una scelta rivelatasi sbagliata, a detta di Pallotta: «Forse non avrei dovuto lasciargli tutta questa autonomia». Chiarissimo. Inevitabile, poi, andare a parlare della vicenda De Rossi. Il numero uno giallorosso ha ricevuto non poche critiche dopo l'”allontanamento” del centrocampista. Ha voluto spiegare la sua nel modo più chiaro possibile: «Potremmo aver avuto qualche divergenza di opinione su come si è chiusa la sua carriera, ma non intendo affrontare questo aspetto pubblicamente. Questo resta tra me e Daniele».

Arrivano i passaggi ancora più scomodi, in cui Pallotta sostanzialmente non fa altro che confermare almeno una parte di quanto scritto nell’inchiesta. Ammettendo, ad esempio, che proprio De Rossi è stato protagonista di un pesante sfogo all’indomani dell’acquisto di Steven Nzonzi. Tutto poi rientrato con le misurate scuse poco dopo, chiarisce. Si nota anche un passaggio fondamentale in cui investe Francesco Totti di potere. L’ex Capitano è definito, grazie alla sua competenza, utile nella selezione del nuovo allenatore. Plausibile, quindi, che il prossimo mister della Roma sia pescato proprio dallo storico numero 10.

Insomma, un messaggio pieno di spunti in grado di fare un minimo di chiarezza nella caotica situazione presente all’interno del club. Con una rassicurazione («Se qualcuno pensa che io sia interessato solo a fare soldi con la Roma, non potrebbe commettere errore peggiore»), e la promessa di mettere piede nella Capitale il prima possibile. Perché adesso, forse più che mai, tutti hanno bisogno del proprio Presidente.

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