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Roma, nella Capitale regna il caos. A chi bisogna ascrivere le colpe?

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La mancata Champions, l’allenatore che ancora non c’è, il Presidente assente, un d.s. fuggito. A Roma regna il caos: i motivi

Caos. È quello che attualmente regna incontrastato nella Capitale, sponda giallorossa. La Roma è intrappolata in una fitta ragnatela e si sta dimenando per uscirne indenne. Attualmente senza riuscirci. Non c’è nessun fattore che attualmente possa provocare un minimo sorriso nei tifosi. La cosa più grave di tutte, alla fine, è che quest’alone di negatività non si percepiva ormai da tantissimo tempo. Treccentosessantacinque giorni fa balenava ancora l’entusiasmo per una finale di Champions quasi sfiorata, due fa l’entusiasmo derivava dall’arrivo di quello che era definito Re Mida, ovvero Monchi. E così via.

Già, proprio Monchi. Arrivato per un determinato motivo (portare titoli a Roma) e andato via, passatecelo, con la coda tra le game, conscio del fallimento suo e del tecnico da lui scelto. A questo si aggiunge un mercato fallimentare, utile solo per “smontare” una squadra che veniva da una stagione esaltante. Morale della favola, adesso la Roma sarà costretta a rifondare e ripartire dall’anno zero. C’è poi Pallotta. Che i fondi li mette sempre, e si sta dannando l’anima per costruire questo benedetto stadio. Gli si implica solo il fatto di essere lontano dalla squadra: adesso è circa un anno e mezzo che l’americano non mette piede a Roma.

C’è poi l’ambiente, depresso. I nomi che si fanno per la panchina (Mihajlovic, De Zerbi, Giampaolo, e così via…) non esaltano certo la piazza. Sommiamoci il disordine venuto fuori ieri mattina per quell’inchiesta pubblicata da La Repubblica, e la frittata è fatta. E per rigirarla in padella senza che si rompa, ci vorrà un impegno mai visto.

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