2016
Corsi: «Spalletti e Sarri, miei figliocci»
«Fuoriclasse e innovatori, ma oggi finirà in pareggio»
Luciano Spalletti contro Maurizio Sarri: oggi si sfidano i “figliocci” di Fabrizio Corsi, che li ha scelti e aiutati nella conquista del calcio vero. Una sfida speciale allora quella tra Roma e Napoli per il presidente dell’Empoli, che a poche ore dal big match svela qualche retroscena. Si parte con il tecnico giallorosso: «Il mio amico Luciano è un uomo solo al comando nel pianeta Roma. Aneddoto? Serie C, terza di campionato, Empoli-Como. Perdiamo per colpa di una doppietta di un altro vecchio amico, Cecconi. Spalletti a fine gara mi dice: “Fabrizio, se vuoi ti scrivo la lettera di dimissioni”. Gli rispondo secco: “Ma che sei diventato bischero! Ride ben chi ride l’ultimo”. Fummo promossi battendo ai play-off il Como», racconta Corsi a La Gazzetta dello Sport. Poi inevitabile il commento sul caso Totti: «Gli intitoleranno una strada, uno stadio, la sede della Roma ma se oggi dovessi affrontare i giallorossi e vedessi Totti in campo dal primo minuto sarei un presidente felice perché avrei un vantaggio. Il problema è che la società non aiuta Luciano. Un dirigente dovrebbe passare per le camere alle undici di sera. E se qualcuno gioca a carte avanti con le multe. Invece Spalletti deve fare anche il dirigente». E ne tesse le lodi: «Non smette mai di studiare. Nell’anno in cui è stato fermo è andato in giro a guardare i più bravi. Ci sono suoi colleghi che magari hanno vinto un titolo e si sentono fenomeni. Come se il calcio finisse con loro. Se Luciano resterà alla Roma il prossimo anno inventerà qualcosa di nuovo tatticamente».
IL BRONTOLONE – Non si sbilancia con il pronostico Corsi, che però immagina un pareggio. E non sarebbe una bella notizia per Spalletti, bensì per Maurizio Sarri: «Lo confesso, a inizio stagione ero preoccupato per Sarri. Avevo paura che non sarebbe riuscito a convincere i campioni partenopei ad accettare il suo calcio che è tutto allenamenti e sacrificio. Invece, dopo un mese Higuain era già innamorato di Maurizio. Il Napoli poteva vincere lo scudetto. Ancora Juventus? Ma non è colpa di Sarri o dei giocatori. Il problema è l’ambiente. Quello bianconero regala dieci punti in più alla Juve. Un Higuain con la maglia della Juve non sarebbe esploso beccandosi tre turni di squalifica. C’è troppa pressione intorno alla squadra». E torna su Sarri: «È un maniaco di pallone. Vive per il calcio. E insegna un calcio nuovo. Che spero diventi un modello di riferimento per il calcio italiano». Infine, lo scontro con Roberto Mancini: «Una battuta da bar che non devi fare davanti a un collega. Ma non voleva offenderlo. È roba da toscanacci. Maurizio è un brontolone nato. Si lamentava spesso anche a Empoli. Una volta, dopo dei torti arbitrali, disse: “Forse dobbiamo indossare anche noi maglie a strisce”. A noi toscani certe frecciate vengono naturali, ma Empoli non ha la visibilità di Napoli. Sarri non deve alimentare la fama di brontolone. Non lo aiuterebbe nella sua carriera. 30 schemi sui calci piazzati? Su una ventina garantisco io».