2017
Roma-Napoli, difese partecipative: ecco il confronto
Roma-Napoli, la palla passa alla difesa: il confronto tra la linea di Eusebio Di Francesco e quella di Maurizio Sarri
Roma–Napoli, oramai ci siamo davvero: dopo aver analizzato le statistiche – e non solo – inerenti al confronto tra i due bomber in causa, Edin Dzeko e Dries Mertens, ed aver approfondito la chiave tattica nella sfida di centrocampo, appare dovuto completare l’opera con un raffronto tra i due pacchetti difensivi. Quale il più solido, quale il più funzionale, quale il più partecipativo alla causa: i valori sono assolutamente degni di nota per quanto concerne le difese di entrambe le squadre, ma una delle due si lascia in tal senso preferire all’altra? Ed in caso affermativo, per quali ragioni? Proviamo a scoprirlo.
Roma-Napoli, il confronto statistico in difesa
La Roma ha disputato otto gare stagionali in questo primo frangente di annata calcistica: sei le sfide di campionato al netto della trasferta da recuperare sul campo della Sampdoria, due gli impegni in Champions League. Il saldo passivo cumulato recita quota 5, di cui quattro incassati in Serie A ed uno in Europa in Azerbaigian sul terreno del Qarabag. La media dunque racconta di un saldo da 0.62 reti subite a partita. C’è di più: tre dei sei gol complessivamente incassati dalla Roma arrivano dalla stessa partita: l’impegno casalingo di campionato con l’Inter dell’ex Spalletti. Questo vuol dire che in cinque partite sulle otto disputate la difesa giallorossa ha lasciato inespugnata la porta di Alisson. Le statistiche del Napoli: la banda Sarri ha giocato già undici gare stagionali, ben tre in più del suo prossimo avversario, tenuto conto che ha disputato tutte le partite previste nel suo campionato più le due gare di andata e ritorno – contro il Nizza di Balotelli – valide per l’accesso all’attuale edizione della Champions League. In questi undici impegni il Napoli ha accumulato un passivo di sette reti totali, viaggiando dunque alla media di 0.63 gol subiti a partita. Di fatto le due difese procedono su rendimenti identici: il dato partenopeo è spalmato su più gare giocate e su più occasioni in cui ha effettivamente subito gol.
Difese attive: dove producono Roma e Napoli
Quelle di Roma e Napoli non sono difese che si limitano ad un’attitudine passiva ma che invece – alla luce delle caratteristiche di alcuni componenti – si rendono effettivamente parte della produzione offensiva delle rispettive squadre. Voce grossa in tal senso fanno i due esterni sinistri: Alexsandar Kolarov – da tanti ritenuto il vero colpo della prima estate italiana del nuovo direttore sportivo giallorosso Monchi – ha già messo a referto una rete e tre assist. La sua firma peraltro ha portato in dote tre punti a dir poco delicati, sul campo di quell’Atalanta che per intenderci ha appena bloccato sul pari i campioni in carica della Juventus. Kolarov e non solo: il difensore centrale Manolas, in odore di partenza appena qualche mese fa, ha sbloccato la seconda gara della fase a gironi di Champions League sul campo del Qarabag, partita poi vinta con il risultato di 1-2. Ancor più produttiva la linea difensiva del Napoli: due reti a testa per Koulibaly e Ghoulam, strepitoso quest’ultimo nel trovare il jolly negli ultimi battiti della trasferta di Ferrara, forse la più ostica del campionato partenopeo sul campo di un’indomita Spal, assolutamente cruciale anche l’apporto del centrale senegalese nel dare il là alla clamorosa rimonta dell’Olimpico sul campo di un’atterrita Lazio. Nella strepitosa stagione vissuta da Faouzi Ghoulam anche tre assist all’attivo, sempre più interprete cruciale dell’oramai proverbiale catena sinistra di Maurizio Sarri.
Roma-Napoli è anche Alisson contro Reina
L’analisi in questione va brevemente ultimata con il confronto tra i due portieri: in linea di massima più giovane e reattivo il brasiliano, più parte del gioco e dotato di esperienza lo spagnolo. Difficile come sempre procedere a stima finale dell’apporto – positivo o negativo – arrecato dai portieri sul computo della classifica: quando alle volte sembrano sottrarre valore aggiunto, ecco che arriva la prestazione salva tutto a confondere idee e convinzioni. La certezza dovrebbe essere quella che un estremo difensore di valore non si tramuti in un malus per la sua squadra, la gradita aggiunta risiede nel andare a determinare alcune gare che – in assenza di un portiere affidabile – finirebbero male. Senza troppi giri di parole. L’impatto di Alisson dopo la stagione vissuta all’ombra di Szczesny appare convincente: la gavetta in Europa League per poi procedere ad un passaggio di testimone annunciato e rispettato nell’ultima sessione estiva di calciomercato. Per quanto concerne Pepe Reina in tanti vogliono individuarlo nella traiettoria discendente della sua carriera ed avrebbero gradito l’innesto di un nuovo portiere all’altezza delle ambizioni della squadra: l’orgoglio e la leadership del portiere spagnolo hanno però indotto il suo allenatore Maurizio Sarri ad opporsi con tutte le forze alla cessione. Ed una ragione, che a tanti sfugge, probabilmente ci sarà. Roma-Napoli, ora parli il campo.