2018

Roma, Monchi: «Vendere non è un male, cerchiamo stabilità economica»

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Monchi afferma che i suoi obiettivi primari sono dare una stabilità economica alla Roma e portarla vicino al massimo livello, quindi è normale fare cessioni

Il mercato della Roma è stato molto contestato dai tifosi, in particolare per quanto riguarda la cessione di Strootman e l’arrivo di molti giovani non ancora affermati ad alto livello. I’operato del ds giallorosso Monchi ha ricevuto attestati di stima da Francesco Totti ma oggi il manager si è comunque difeso in un’intervista su Sport Illustrated: «Il mio più grande obiettivo è costruire un modello economico che sia sostenibile e stabile, mentre a livello sportivo è portare la Roma più vicino possibile al massimo livello. Sono questi i miei due obiettivi».

«Lavoriamo prima di tutto per trovare una sostenibilità economica, il che ci permette di decidere chi vendere e quando vendere oppure no. – ha continuato Monchi – Siamo sulla buona strada, ma non significa che non venderemo nel futuro perché vendere non è un male, ma è una cosa normale se poi investi in strutture, allenatori e giocatori che fanno crescere. Si è sempre venduto nella storia del calcio. Il Barcellona ha venduto Neymar, il Real Madrid ha venduto Ronaldo, la Juventus ha venduto Pogba e Higuain. Le società devono essere capaci di reinvestire i soldi. Assumere e esonerare gli allenatori è una mia competenza perché dalle decisioni dell’allenatore dipende il progetto sportivo. Io mi occupo di tutto ciò che riguardi la pianificazione sportiva della Roma, da chi sia l’allenatore, alla filosofia del club, comprare e vendere giocatori».

Monchi ha poi chiarito tutti i dettagli della trattativa fallita per portare Malcom nella Capitale: «Non penso che avremmo potuto fare di più, il giocatore era pronto a salire sull’aereo per Roma, avevamo organizzato il viaggio per fargli raggiungere la squadra negli Stati Uniti, prenotato l’hotel e anche le visite mediche erano organizzate. A volte si vince a volte si perde ma è importante avere il Barcellona come amico».

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