2009

Roma, Menez si racconta: “Voglio impormi in Italia, punto al top”

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Intervistato in esclusiva da Le Parisien, Jèrèmy Mènez, trequartista francese della Roma, che in questo periodo sta trovando più spazio negli schemi tattici di Claudio Ranieri, ha rilasciato alcune dichiarazioni per parlare del suo momento in giallorosso e delle trattative che lo hanno visto vicinio all’addio in passato: “Sono soddisfatto di quest aprima parte, ho giocato tutte le partite ed ho fatto bene anche per quanto riguarda gli assist. Mi piacerebbe segnare di più (1 rete in 15 partite sin qui, ndr). Al mio arrivo a Roma avevo bisogno di sentire la fiducia giusta per potermi esprimere al meglio. Ora questa fiducia c’è e mi esprimo meglio. Mexes? Siamo amici, usciamo assieme e scherziamo spesso. Se si è finalmente imposto? Ma saranno sette anni che s’impone… è uno dei migliori difensori al mondo. Se dovesse andarsene ora a gennaio, sarebbe una perdita enorme, ma non sono cose che mi competono”.

Si fanno anche paragoni tra Serie A e Ligue 1: “Il campionato italiano è molto tattico, un giocatore che s’impone in Italia può farlo ovunque”.

Mènez parla poi del suo futuro e di un possibile ritorno in Francia: “Lo vedo difficile, voglio arrivare il più in alto possibile ed ora sto bene a Roma. A giugno avrò un altro anno di contratto, vedremo. Il PSG? E’ il mio club del cuore, ma non è una cosa attuale ora”.

Si parla poi della sua esperienza con la maglia della Francia: “Ho un po’ pagato la sconfitta con la Bielorussia, ma sono scelte del mister e non le discuto. Se ho discusso con Blanc? No, so che devo dimostrare le mie capacità  e rimediare ai miei errori. So che posso impormi anche lì. In Italia ora sto facendo bene. Alla fine parla il campo e spero di esserci contro il Brasile (il 9 febbraio allo Stade de France, ndr). Cosa mi manca? Un po’ di tempo, sono uno che ha bisogno di sentire la fiducia del mister. Il caso-Anelka? Anelka è un giocatore che ammiro tutt’ora. Le decisioni sono state prese, con le 18 gare di squalifica, ma è stato lui a pagare per tutto il gruppo alla fine…”.

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