2019
Roma, la stampa, l’ambiente e quel posto impossibile per fare calcio
Ambiente Roma scosso dall’inchiesta pubblicata stamattina da La Repubblica. Proviamo a chiarire la situazione
A Roma, di questi tempi, la pace è la cosa più lontana che ci sia. La parte giallorossa della città stamattina si è svegliata in totale subbuglio. “Colpa” di un articolo de La Repubblica, a firma Bonini e Mensurati. Nell’inchiesta viene sottolineato come una grossa parte di spogliatoio, tra cui De Rossi, Kolarov, Manolas e Dzeko, avrebbero chiesto la “testa” di Francesco Totti. E non solo. Perché tra i profili da linciare, sempre secondo il quotidiano, ci sarebbero stati pure Monchi e Di Francesco. Tra i coinvolti direttamente anche gli ex medici Del Vescovo e Stefanini e il preparatore atletico Lippie.
Tutto lascia il tempo che trova. Proviamo ad andare per gradi. È una pura e mera coincidenza il fatto che il gruppo coinvolto sia rappresentato da un giocatore che ha già salutato (De Rossi) e altri tre praticamente in procinto di farlo (Dzeko, Manolas, Kolarov)? Poi: Totti è al suo secondo anno in vesti dirigenziali. Se fosse stato inaudito il fastidio di determinati profili verso l’ex Capitano, perché andargli contro solamente quest’anno? Torniamo, adesso, alla recente storia. De Rossi saluta la Roma. A fine partita si scioglie in un lungo e caloroso abbraccio con Totti, che non riesce a trattenere le lacrime. Adesso i fatti sono due: o Francesco era davvero coinvolto emotivamente, oppure ha spiccate doti recitative. In quel caso, forse, la carriera ad Hollywood sarebbe stata più appropriata?
«Vi faccio arrivare decimi». Repubblica riporta, inoltre, questa presunta frase di De Rossi. Certo, sarà sicuramente per questo motivo, allora, che quando DDR è stato in campo sia apparso sempre tra i migliori. Perché si sa, più giochi bene più ci sono possibilità che il decimo posto sia il tuo piazzamento ideale. Come ne esce, in definitiva, la Roma? Male, malissimo. Sembra tutto allo sbando. Puntuale è arrivata, almeno, la prima replica di Pallotta: «Sono ca…te. Qualcuno sta provando a danneggiare il club». Alzare la voce adesso è davvero il minimo. Perché in quest’ambiente, fare calcio per bene (cosa che esula dai risultati), appare sempre più impossibile.