Roma, la crisi spiegata in 3 punti - Calcio News 24
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2018

Roma, la crisi spiegata in 3 punti

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Il clamoroso scivolone interno contro l’Atalanta certifica la crisi della Roma: un’analisi del momento difficile dei giallorossi

Crisi. Una sola parola per racchiudere e descrivere il momento della Roma. Una sola vittoria nelle ultime 5 di campionato, per giunta arrivata solo all’ultimo minuto contro il Cagliari. Due i pareggi, quello sfortunato contro il Chievo e quello deludente, in casa, con il Sassuolo. Poi le sconfitte. Due ed entrambe pesanti anche se in modo diverso. Quella contro la Juventus a Torino per 1-0 che aveva fatto intravedere barlumi di ripresa per la reazione finale, dopo 60′ minuti di sofferenza. Quella di ieri invece non ammette scusanti, in casa con l’Atalanta per 2-1 dopo aver giocato per tutta la ripresa con l’uomo in più a causa della discutibile espulsione di de Roon. In mezzo anche un’eliminazione casalinga agli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Torino ed ecco che nel giro di circa un mese i giallorossi hanno salutato gli unici due obbiettivi alla portata, a meno di clamorosi miracoli in Europa.

ROSA LUNGA (A METÀ) – Eppure le premesse era state buone. La vittoria del girone di Champions League e quella nel derby contro la Lazio lasciavano presagire una Roma attaccata al gruppo di testa, subito dietro a Napoli e Juventus. Poi qualcosa si è inceppato e il massiccio turnover di Di Francesco, che tanto bene aveva fatto nella prima parte di stagione, ha cominciato a funzionare sempre meno. Le secondo linee si sono dimostrate non all’altezza dei titolari. La difesa B, formata da Peres, Moreno, Jesus ed Emerson si è dimostrata poco affidabile quando è stata chiamata in causa come nell’occasione della partita di coppa contro il Torino. A centrocampo Gonalons è lontano parente di quello ammirato a Lione ed appare costantemente in affanno. In avanti, il percorso di crescita del giovane turco Under si è rivelato più lungo e tortuoso del previsto e al momento non sembra all’altezza di vestire questa maglia.

SCHICK A TUTTI I COSTI – Un capitolo a parte lo merita Patrick Schick. Arrivato nella capitale con l’etichetta di acquisto più caro della storia della Roma, il ceco è rimasto schiatto sotto il peso dei 42 mln di euro del suo cartellino. All’inizio ha visto poco il campo a causo di un infortunio e per questo non è mai stato una vera alternativa a Dzeko. Quando è diventato arruolabile, mister Di Francesco ha provato a tutti i costi ad adattarlo nel suo 4-3-3 come esterno alto di destra. Sarà un caso ma il suo forzoso inserimento è coinciso con la flessione della squadra. Con lui in campo la Roma ha realizzato solo 3 gol in 410′ minuti, di cui uno segnato dallo stesso Schick (quello ininfluente contro il Torino in coppa). L’impressione è che qualcosa nel meccanismo di Di Francesco si sia inceppato, tanto è vero che l’allenatore ha accantonato l’esperimento Schick a partire dalla sfida contro la Juventus.

SE A TRADIRE SONO I CAMPIONI – Un momento di crisi non è mai figlio di un solo problema, men che meno di discorso tattico come quello appena affrontato. In queste situazione, spesso, le squadre si affidano al carisma e alle qualità dei propri campioni per uscirne fuori. Ma cosa succede quando sono proprio i campioni a tradirti? Questo è successo alla Roma. Il capitano simbolo Daniele De Rossi rifila un pugno a Lapadula in Genoa-Roma. Il VAR non perdona: rosso, rigore per i rossoblu e due punti buttati. Dzeko, il bomber e il leader tecnico di questa squadra, ha segnato solo 2 gol nelle ultime 13 partite di campionato e ha sbagliato il rigore del pareggio nella partita di Coppa Italia. Nainggolan ha messo la ciliegina sulla torta con la sbronza social di Capodanno che ha costretto società e tecnico a prendere un provvedimento esemplare e ad escluderlo dalla delicata sfida contro l’Atalanta.

Tre situazioni diverse che viste insieme fotografano il momento difficile della Roma. La sosta arriva al momento giusto per staccare la spina. Al rientro i giallorossi affronteranno l’Inter, altra squadra in crisi di risultati. L’ultima chiamata per dimostrare a tutti che la Lupa è ferita ma non è morta.

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