2020

Roma Inter: la posizione di Mkhitaryan fa la differenza

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In Roma-Inter, la posizione di Mkhitaryan è stata molto preziosa. Analisi tattica del match dell’Olimpico, terminato 2-2

L’Inter esce da Roma con un pareggio che toglie probabilmente toglie le (già scarse) speranze di rimonta nei confronti della Juve. Come spesso accade, i nerazzurri sono calati in modo evidente nella ripresa, con i giallorossi parsi in controllo del match. Purtroppo per Fonseca, gli errori individuali hanno impedito alla Roma di centrare un successo che sarebbe stato meritato.

La posizione di Brozovic

Come ha detto Conte nel post match, lo scopo dei nerazzurri era quello di trovare superiorità numerica in mezzo contro i due mediani della Roma (Diawara e Veretout), sfruttando i tre centrocampisti. L’Inter, che ha palleggiato dal basso con la solita pazienza ed elaborazione (si sentiva Handanovic guidare e ordinare la squadra), nel primo tempo ha superato abbastanza facilmente la prima pressione giallorossa.

Si è vista ampia mobilità e molte rotazioni da parte dei centrocampisti. Per quanto Brozovic a volte si abbassasse, in generale ha ricoperto una posizione più avanzata (da mezzala), con Gagliardini davanti alla difesa. Tante volte l’Inter ha trovato l’uomo libero dietro i mediani giallorossi, grazie a ottimi smarcamenti e scambi di posizione non letti dagli avversari.

roma inter brozo roma inter brozo aperto

Nelle due slide sopra ci sono due esempi in cui l’Inter manomette la pressione avversaria. Nel primo caso, con la manovra apparentemente congestionata a sinistra, Brozovic effettua un improvviso movimento alle spalle di Veretout, con Young che lo serve tra le linee.

Nella seconda azione, invece, Brozovic si apre sulla linea di fondo mentre Young si stringe dentro al campo: si invertono praticamente di posizione. La Roma non riesce a leggere questa rotazione, con Diawara che si trova in inferiorità numerica e non è supportato da Bruno Peres: l’ex Manchester viene trovato libero.

Insomma, anche se poi non ha creato molto negli ultimi metri, i nerazzurri hanno costruito bene dal basso, trovando superiorità in mezzo. Molti meriti vanno anche a Sanchez, che compieva preziosi movimenti a venire incontro che legavano i reparti.

Come la Roma ha creato pericoli

Nel primo tempo, la Roma ha avuto più difficoltà nel trovare l’uomo libero in mezzo. L’Inter pressava bene in avanti: Brozovic guidava bene il pressing in avanti, mentre Pellegrini e Mkhitaryan (i due trequartisti) erano seguiti da Bastoni e Skriniar. Per questo, i giallorossi hanno a volte insistito sul lancio lungo per Dzeko, nella speranza che il bosniaco facesse risalire la squadra confidando nel suo gioco spalle alla porta.

La Roma ha sfruttato bene lo spazio alle spalle di Young. Le combinazioni tra Pellegrini e Bruno Peres funzionavano: l’ex Sassuolo si defilava vicino al brasiliano, lanciandolo poi in profondità alle spalle dell’inglese. Il problema è che Peres è stato molto impreciso al momento del cross, di conseguenza i giallorossi non hanno sfruttato bene la fascia destra in zona di rifinitura. Perlomeno, questa giocata ha spesso consentito di superare il pressing interista.

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Qui un esempio, con Pellegrini che lancia Peres in profondità alle spalle di Young.

Per trovare varchi tra le linee, la Roma ha colpito soprattutto in ripartenza. I terzi di difesa (Kolarov e Mancini) erano intensi e aggressivi nell’accorciare sulle punte, hanno recuperato diversi palloni in avanti. Subito dopo la conquista, la Roma trovava a quel punto varchi tra le linee, con Mkhitaryan libero di ricevere e involarsi verso la porta.

Non a caso, proprio così sono arrivati entrambi i gol. Subito dopo essere tornati in controllo del pallone, i giallorossi hanno potuto imbeccare l’ex Arsenal solo, senza la marcatura di Skriniar a fianco. L’armeno ha quindi avuto tempo e spazio per fare la differenza in zone interne del campo, seminando il panico.

roma inter kolarov nel gol

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Le ripartenze dei due gol. La prima nasce da un recupero di Kolarov, la seconda da un intervento di Mancini. In entrambi i casi, dopo la riconquista, c’è l’armeno che può ricevere sul centro-sinistra, senza marcature preventive.

Da segnalare la gara di Kolarov, che da terzo di difesa anche in fase di non possesso è stato davvero convincente, accorciando con i tempi giusti su Lautaro prima e Lukaku poi. Compiti che non sembravano nelle sue corde.

L’Inter fatica a trovare le punte

Nel secondo tempo, l’Inter è stata poco brillante nella prima costruzione. Ha anzi faticato nel superare il pressing avversario e trovare l’uomo libero, iniziando a perdere tanti palloni in mezzo al campo (la Roma ha ben coperto gli spazi centrali). Proprio perché non si riusciva a trovare ricezioni alle spalle dei mediani avversari, gli ospiti hanno lanciato tante volte frettolosamente per le punte, che però non sono quasi mai arrivate sul pallone. Giocate che non sono piaciute a Conte.

L’allenatore ha inserito Lukaku forse anche per questo, nel tentativo di avere una torre in grado di sfruttare le palle alte e di giocare spalle alla porta. Il tecnico salentino è addirittura passato alla difesa a 4, con la situazione che però non è cambiata molto: nella ripresa, l’Inter ha faticato molto nel creare occasioni da gol.

 

roma inter secondo tempo roma inter kolarov 1

Due situazioni che mostrano le difficoltà dell’Inter a risalire. Nella prima slide, l’Inter ha una potenziale superiorità numerica in mezzo, ma Diawara anticipa Brozovic (passaggio fiacco di Gagliardini), con i nerazzurri che non riescono a risalire e subiscono anzi una ripartenza. Nella seconda slide, l’Inter verticalizza per Lukaku che viene incontro, ma Kolarov è preciso nel seguirlo. Per i nerazzurri, è stato molto complicato trovare spazi centrali nella ripresa.

Oltre a difendersi in modo ordinato, la Roma è anche risalita meglio con la palla, approfittando di un’Inter più lunga. Con Diawara e Veretout spesso marcati, erano decisivi i movimenti di Mkhitaryan a venire incontro (inseguito da Skriniar che però era spesso in ritardo).

Appena ricevuta palla, era solito aprire velocemente il gioco sul lato debole, dove Pellegrini e Bruno Peres avevano tanto spazio davanti a sé. Purtroppo per Fonseca, sono stati entrambi poco incisivi nella trequarti avversaria.

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Un esempio qui. Mkhitaryan viene incontro e apre il gioco su Pellegrini, in tal modo la Roma supera il pressing dell’Inter.

Nonostante gli errori individuali abbiano impedito la vittoria, il sistema di gioco varato da Fonseca è parso convincente in entrambe le fasi. Al netto di qualche difficoltà di pressing nel primo tempo, la Roma ha rischiato poco senza palla e limitato i punti di forza avversari. Al contrario, Conte si deve interrogare su un’Inter che continua a calare vistosamente nei secondi tempi e che sembra troppo prevedibile nelle soluzioni offensive.

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