2013
Roma, Garcia: «Scudetto? Per ora puntiamo alla Champions»
Il tecnico giallorosso ha svelato i suoi segreti: pressing e fiducia.
ROMA GARCIA – Brilla la Roma ed il suo gioco, merito dei cambiamenti apportati da Rudi Garcia, che ha provato a spiegare la sua squadra: «Possiamo andare al pressing molto in alto. Così è nato per esempio il primo gol contro l’Inter. Ranocchia probabilmente ha sbagliato, però c’era lì Balzaretti a raccogliere. Poi Gervinho, Totti e Florenzi pronti a proporsi. Non sempre troviamo le condizioni per giocare così, naturalmente. Quando non è possibile, le linee devono rimanere strette», ha dichiarato l’allenatore giallorosso al “Corriere dello Sport”.
CAPITAN FUTURO – Tra le note positive finora senza dubbio Daniele De Rossi: «Oh, Daniele è molto intelligente. Sa che cosa fare in ogni momento. Lui scende, De Sanctis può uscire dalla porta. Per me difendere è un compito che coinvolge tutta la squadra. Gli ho soltanto parlato al telefono. Quando sono arrivato era in ferie dopo la Confederations Cup. Normale che l’abbia contattato. Per niente normale il fatto che di lui si dicesse: gioca bene in Nazionale e male nella Roma. Assurdo per chiunque e specialmente per un ragazzo nato a Ostia e cresciuto in giallorosso. Non potevo perderlo alla fine della preparazione. Il patto era: se resti fino a una certa data, resti e basta. Poi si è presentato il Manchester United, coi soldi in mano. Daniele ha detto no. Esistono ancora uomini di parola a questo mondo».
GERVINHO – A proposito dell’ex attaccante dell’Arsenal, invece, Garcia ha spiegato: «Giocava così anche a Lilla. Anzi, adesso è maturato, attacca e difende. Ed è tranquillo, sicuro di sé. Il fisico è importante, la testa è al centro di tutto».
NO TOTTI-DIPENDENZA – Indiscutibile l’importanza di Francesco Totti, ma anche quella del gruppo: «Misera la squadra che sa giocare in un solo modo. Noi siamo in grado di cambiare schemi e prendere di sorpresa l’avversario. Si è visto a Milano con l’Inter. Francesco nella sua veste attuale ha bisogno di toccare molti palloni e aprire spazi per i compagni, ma per esempio può partire dalla fascia e illuminare ugualmente il gioco. Finora a Roma ho utilizzato 18 giocatori. Torosidis è entrato e ha fatto benissimo, Marquinho e altri idem. Destro sarà presto a disposizione, spero. Tutti i giocatori della mia rosa sono importanti e tutti loro hanno l’intelligenza di capirlo».
PARTENZA RECORD – Dopo le sette vittorie ed in vista del big match contro il Napoli, Garcia ha spiegato: «I miei giocatori hanno capito velocemente la mia impostazione del gioco. Io mi sono limitato a spiegarmi e a rassicurarli. Così quelli in difficoltà hanno ripreso fiducia. In difficoltà, intendo, con i tifosi o meglio con alcuni stupidi. Non si può amare una maglia e insultare coloro che la indossano. Napoli? Giocare venerdì mi sta benissimo. Era la mia prima scelta. Entrambe le squadre sono messe nelle medesime condizioni. Mi ha fatto piacere sentir dire a Prandelli: so che c’è una partita e mi comporterò di conseguenza, con buon senso. Dovrebbe essere sempre così, ma naturalmente una cosa è l’Italia già qualificata e un’altra le squadre ancora in lotta per andare al Mondiale. I giocatori convocati per le Nazionali devono comportarsi in un modo semplicissimo: battersi al 100% per il proprio Paese, quindi tornare il più velocemente possibile per preparare il nostro match».
RAZZISMO – Anche l’allenatore giallorosso interviene nel dibattito sul razzismo: «Il bello del calcio è che per chi è in campo il colore della pelle di un giocatore non conta. Conta solo il talento. Non sta a me indicare soluzioni. Spetta a chi ha responsabilità e potere normativo. Io posso solo dire che i bambini di oggi saranno i tifosi di domani. Insegnanti e società sportive giovanili possono fare molto, più delle famiglie che in tanti casi sono sbriciolate. Lo sport è tra le migliori scuole di vita. In Italia esiste un meccanismo unico: si conoscono esattamente i nomi delle persone che vanno a vedere una partita. Individuare chi crea problemi è possibile. Prendiamoli e sbattiamoli fuori degli stadi. Daspo, mi sembra che si chiami la sanzione».
SCUDETTO – Infine, sugli obiettivi possibili da raggiungere: «Scudetto? Facile a dirsi sì. Più che a pensarci. Abbiamo la Juventus e il Napoli a due punti. In Spagna l’Atletico Madrid ha vinto otto partite in fila. Vogliamo sostenere che batterà Barcellona e Real? Per noi l’importante è il margine che già abbiamo sulla quarta. Oppure sulla sesta. Diciamo sulla quarta. La quarta va bene».