2013

Roma, Garcia: «Non siamo programmati per lo scudetto»

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Il tecnico giallorosso ha parlato in Francia del lavoro che sta svolgendo a Roma.

ROMA GARCIA – Non è un tipo che urla in spogliatoio Francesco Totti, per quello c’è De Sanctis: lo ha rivelato Rudi Garcia ai microfoni di “So Foot“, oggi nelle edicole francesi: «Per conoscere bene un giocatore bisogna allenarlo. Io non so chi siano davvero Messi o Cristiano Ronaldo. Oggi, però, posso dire che Totti è un ragazzo semplice, umile. Non ha mani saltato un allenamento, non ha mai chiesto un trattamento particolare anche se ha 36 anni. È un tipo che adora il calcio, sempre disponibile. Magari non un leader in spogliatoio. Non è lui quello che si mette a urlare per motivare le truppe, ma è apprezzato dai suoi compagni perché è un ragazzo intelligente, dalla battuta pronta, cosa positiva. E poi è esemplare in campo. Dopo averlo visto mi sono detto che non è solo un grande giocatore, ma che è semplicemente uno dei più grandi giocatori della storia del calcio», ha dichiarato il tecnico della Roma.

EMOZIONI – Ma c’è stato spazio anche per elogi a Daniele De Rossi: «Potrebbe essere uno dei ragazzi della curva Sud. Derby? Ho vissuto emozioni fortissime tutte in una volta. Faccio l’allenatore per questo. L’euforia magari esagerata del buon avvio ci serve oggi. La Roma non è del rango di Juve e Napoli, costruite per vincere lo scudetto e andare lontano in Europa. Non dico che non possiamo vincere lo scudetto, ma oggi non siamo programmati per questo».

LE IDEE – E poi Rudi Garcia ha parlato della sua filosofia: «Voglio imporre il gioco, non subirlo. Quando mostro i video sugli avversari non mi soffermo sui punti forti, ma su quelli deboli perché i miei giocatori capiscano che tutte le squadre delle lacune. L’idea è di costruire il gioco, portare il pallone fino all’area opposta, indipendentemente dal pressing. Insomma, tenere palla e attaccare, allargando le linee, creando spazi. I miei terzini sono quasi attaccanti e il cuore dell’azione pulsa a centrocampo. Per questo abbiamo preso Strootman e tenuto Pjanic e De Rossi. E poi voglio flessibilità per passare da uno schema all’altro, mantenendo un equilibrio difensivo, e mai gli attaccanti nella stessa zona. In ogni caso mai credere di sapere tutto. Sono rimasto la stessa persona, ma imparo dai miei errori e oggi ho più esperienza. Ho convinzioni, non certezze».

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