2017

Roma, El Shaarawy avanti nelle gerarchie tecniche

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Roma, capitolo esterni offensivi: Stephan El Shaarawy sta scalando le gerarchie di Eusebio Di Francesco e si candida ad un ruolo da protagonista

La doppietta rifilata all’Udinese ha consentito a Stephan El Shaarawy di acquisire posizioni nella classifica di gradimento che l’allenatore della Roma Eusebio Di Francesco ha in mente per i suoi esterni offensivi: un ruolo oltremodo delicato ed essenziale nell’economia di gioco dell’ex tecnico del Sassuolo. Il suo 4-3-3 classico si nutre del lavoro degli attaccanti laterali: spetta a loro il compito di rifornire la punta centrale di servizi validi, di scaricare dalle spalle del centravanti l’intero peso realizzativo della squadra, nonché di adoperarsi al massimo delle possibilità per sorreggere l’equilibrio generale. Mansioni offensive e difensive dunque, da saper padroneggiare con cognizione di causa per rendersi effettivamente utile – o al meglio indispensabile – per le fortune della squadra.

Stephan El Shaarawy, i dati stagionali

Nelle due sole occasioni in cui Di Francesco gli ha concesso una maglia da titolare – ossia nelle gare interne contro Verona e Udinese – ha risposto presente. Lì dove – per rispondere presente – s’intende con assist e gol: un servizio vincente nel 3-0 rifilato al Verona, la doppietta con cui la Roma ha steso la precaria resistenza dell’Udinese. Minutaggio decisamente contenuto nelle altre occasioni: un solo minuto in Champions League nella sfida all’Atletico Madrid, sedici e ventotto rispettivamente contro Atalanta ed Inter, un tempo al Vigorito di Benevento quando però la contesa era bella e decisa, ben indirizzata sui binari giallorossi. La Roma al momento ha avuto poco bisogno di lui ma il diretto interessato, non appena effettivamente chiamato in causa, ha saputo rispondere con ottime argomentazioni. Si potrebbe opporre che non ha ancora affrontato un avversario di pari livello e che in queste occasioni è atteso per dimostrare quanto possa incidere, ma le sue recenti prestazioni non hanno lasciato indifferente il suo allenatore.

La Roma di El Shaarawy? Di Francesco dice sì

Da potenziale pedina aggiuntiva a fondamento integrante della Roma 2017-18: Eusebio Di Francesco, nel post gara dell’Olimpico dopo la vittoria sull’Udinese, lo ha ritenuto ideale per il suo 4-3-3. Sempre servendosi del suo testuale, l’allenatore della Roma ha aggiunto: “El Shaarawy per me è uno dei titolari“. Un’investitura insomma, o più banalmente un’iniezione di fiducia ad un calciatore che nel suo intero percorso ha dimostrato di averne costantemente bisogno. Il rischio di calare la tensione e risultare poi uno qualunque è alto, se invece viene coccolato o meglio motivato, se gli viene fatto intendere come sia parte strutturale di un progetto tecnico, El Shaarawy è in grado di rispondere in aderenza al suo talento. Il Faraone è apprezzato dal tecnico anche per la sua totale predisposizione ad agire su ambedue le corsie, senza che il risultato subisca particolari conseguenze: ovviamente è da considerare più a suo agio sulla fascia sinistra, lì dove – grazie alla sensibilità del piede destro – può rientrare e calciare con il piede forte. Ma, impiegato sulla corsia destra, trova comunque le soluzioni per incidere sulla partita.

Il confronto con Perotti, Defrel, Cengiz Under e… Schick

In avvio di stagione Di Francesco pareva aver scelto: Perotti e Defrel i titolari ai lati del riferimento centrale Edin Dzeko, mentre El Shaarawy ed il giovanissimo Cengiz Under avrebbero rappresentato le valide alternative a gara in corso, quelli magari da mandare in campo quando gli avversari sono stanchi per sfruttare a pieno le caratteristiche, essenzialmente la rapidità d’esecuzione e lo spunto improvviso. Le due chance consecutive concesse a Cengiz Under – contro Verona e Benevento – hanno parzialmente convinto l’ambiente giallorosso sulle potenzialità del genietto turco, l’ultima settimana ha concesso ad El Shaarawy di porsi in corsia di sorpasso su un Defrel che – al netto del considerevole sacrificio tattico – non convince a pieno per qualità e capacità di incidere. Ballottaggi aperti fino al rientro di Schick? Il pieno recupero dell’attaccante ceco, considerato trattasi dell’acquisto più dispendioso nella storia della Roma, dovrebbe sgombrare il campo da ogni dubbio. Non ipotizzabile che i 42 milioni complessivi investiti sul suo cartellino possano andare a scaldare le panchine di mezza Italia. Oppure sì? Il modulo – se vogliamo dirla tutta – lo penalizzerebbe: lui più attaccante centrale che esterno, in una posizione già saldamente occupata dal bomber Dzeko. E sugli esterni, dove invece sarebbe adattato rispetto alle caratteristiche originali, non manca certo la concorrenza. Di livello. Interessante dunque cogliere le prossime dinamiche: la stagione della Roma – dopo qualche impegno comodo di troppo – si appresta ad entrare nel vivo e le risposte dovranno essere immediate. Davanti corrono a perdifiato ed il treno non ha alcuna intenzione di aspettare.

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