2017
Roma, a sorpresa un’insospettabile difesa blindata
Le statistiche della Roma di Eusebio Di Francesco sono in totale controtendenza rispetto alle aspettative di inizio stagione: l’analisi del dato attuale
Dopo la striminzita ma importantissima vittoria di Torino, la Roma si libera con il minimo scarto anche della pratica Crotone: contro gli uomini di Mihajlovic ha deciso una punizione del solito Kolarov, con quelli di Nicola un rigore dell’altrettanto solito Perotti. Due piazzati che portano in dote sei punti pieni, indispensabili per restare nella strettissima scia dell’alta classifica e recitare quel ruolo da protagonista che lo status giallorosso le impone. La Roma di Eusebio Di Francesco mostra attualmente dei dati in assoluta controtendenza – per differenti ragioni che andremo ad esplicare – rispetto a quanto era lecito supporre ed immaginarsi.
La Roma di Di Francesco, o meglio le squadre di Di Francesco
L’ex tecnico del Sassuolo è oramai noto alle pagine del calcio italiano per un assetto ed un approccio assolutamente propositivo: il suo impianto tattico si sostanzia su un 4-3-3 votato all’attacco, sia per occupazione dello spazio che per predisposizione degli interpreti. Si ragiona offensivamente insomma, inclusa una ricerca dell’equilibrio che passa più dalla fase attiva che da una maniacale organizzazione di quella difensiva. Una premessa doverosa per spiegare le aspettative: quelle legate ad una squadra da cui ci si sarebbe atteso un buon numero di gol realizzati così come il corrispettivo di quelli incassati. Né faceva ipotizzare diversamente il grande salto in una squadra top, soprattutto alla luce dei calciatori di livello che in tal senso Eusebio Di Francesco avrebbe trovato, senz’altro idonei a sviluppare una proposta offensiva ancor più credibile.
Il mercato: la cessione di Rudider non compensata
L’altro aspetto cruciale riguarda le dinamiche della recente sessione estiva di calciomercato: si è detto tutto e di più sulla pesantissima cessione di Salah, che senz’altro in buona parte incide sul rendimento offensivo dei capitolini. Va però ricordato come tale partenza sia stata compensata dagli approdi di Schick, l’acquisto più caro nella storia della società giallorossa, Defrel – arrivato per specifica richiesta del tecnico per oltre venti milioni di euro – e della giovane promessa turca Cengiz Under. Gli infortuni occorsi ai due innesti più rilevanti nel pacchetto offensivo della Roma hanno senz’altro depresso le statistiche offensive della banda Di Francesco, non quanto però sarebbe dovuto accadere con la difesa. Lì dove l’addio di un titolarissimo ed architrave un anno fa della difesa di Spalletti – quell’Antonio Rudiger passato al Chelsea per 35 milioni di euro – non è stato affatto riempito dall’approdo di un difensore di pari livello o giù di lì. Prima della cessione del tedesco era approdato a Trigoria Hector Moreno, difensore messicano ex Psv Eindhoven, dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori dato come sostituto del partente Vermaelen. Giusto per intenderci. Poi, almeno numericamente, si è ritrovato ad occupare la casella lasciata in dote proprio dalla partenza di Rudiger.
Le statistiche della Roma
Eppure i dati non mentono: al netto della gara da recuperare sul campo della Sampdoria, la Roma – tra le prime cinque forze del campionato – ha la migliore difesa ed il peggior attacco. A dire il vero vanta la difesa meno battuta dell’intero torneo, ma l’ottavo attacco complessivo, peggio in ordine di Juventus, Napoli, Lazio, Inter, Sampdoria, Fiorentina ed Atalanta, alla pari con Milan e addirittura Udinese. Sì, perché sono appena sedici i gol realizzati dalla banda Di Francesco, ad una media di 1.7 a partita, del tutto insufficiente se si pensa ai tre gol a gara su cui viaggiano i treni di Juventus e Napoli. La controtendenza appena riscontrata si sostanzia in tutta la sua forza nell’analisi del dato difensivo: quella della Roma è la difesa meno battuta della Serie A con appena cinque reti al passivo. Ad una media di 0.55 gol a partita. La Juventus, capolista della particolare graduatoria negli ultimi anni di successi, al momento ne ha incassati il doppio. La conseguenza è fin troppo chiara: la certezza della Roma di Di Francesco ad oggi si chiama difesa. La base su cui costruire il suo campionato, sul quale edificare una squadra che funzioni, che si completi meglio di quanto si è visto fino ad ora. Non che la Roma abbia particolarmente demeritato, ma la fase work in progress è ancora evidente nella lettura di diverse situazioni di gioco. Nella ricerca di un assetto coraggioso intanto è arrivata la buona notizia della tenuta: serendipità o cambio di rotta, questo è tutto da vedere. Intanto Di Francesco e la sua Roma procedono a fari spenti.