2017

Roma, né Spalletti e neanche Zeman: Di Francesco è Di Francesco

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A volte può bastare una partita, una grande partita, per rivalutare un allenatore. La parabola di Eusebio Di Francesco ne è la conferma: dopo Roma-Chelsea 3-0 anche i più scettici hanno dovuto ricredersi. L’allenatore dei giallorossi non è un profilo da provinciale, ma da grande squadra: ecco perché paragonarlo ad altri allenatori è semplicemente inutile. Di Francesco è Di Francesco, come ha avuto modo di ribadire lui stesso nell’ultimo Roma-Inter, «sono difranceschiano, io».

Una frase non casuale, pronunciata in occasione del match contro i nerazzurri allenati da Luciano Spalletti, con cui la scorsa stagione s’era aperta una ferita mai veramente sanata. Tutto era nato da una dichiarazione improvvida di Di Francesco quando ancora allenava il Sassuolo: «Mi piacerebbe allenare la Roma, sono legato a quella squadra». Peccato che nel frattempo sulla panchina giallorossa ci fosse ancora Spalletti, che quell’uscita non la prese affatto bene: «C’è gente che si propone per prendere il mio posto sulla panchina giallorossa, compreso lui».

Da allora acqua sotto i ponti ne è passata: Di Francesco ha realizzato il suo sogno. Adesso allena la “sua” Roma e lo fa alla “sua” maniera. Non imitando Spalletti (ne è un esempio il riposizionamento di Nainggolan da mezzala), né il maestro Zeman (come dimostra la solidità difensiva che è diventata il marchio di fabbrica della squadra). Di Francesco fa il Di Francesco, Di Francesco è un grande allenatore.

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