Roma, De Sanctis: «Mazzarri per me è una divinità, via da Napoli perchè ferito» - Calcio News 24
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Roma, De Sanctis: «Mazzarri per me è una divinità, via da Napoli perchè ferito»

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ROMA DE SANCTIS MAZZARRI NAPOLI INTER – E’ un Morgan De Sanctis che parla di tutto, a 360°, in un’intervista concessa a “Il Messaggero“. Il portiere della Roma parla del suo passato al Napoli e dei motivi che lo hanno costretto a lasciare gli azzurri, del suo passato, dei suoi modelli e anche di Inter-Roma, supersfida della 7° giornata.

IL PASSATO E IL RETROSCENA – «Se è stato giusto venire qui? Direi di sì. L’avevo sfiorata già nel ’95, poi presero Sterchele. L’esordio fu con la Lazio. Come non ricordarlo? Ero alla Juve, mi fece gol Salas. Sicuramente andò meglio la prima in B, con una vittoria. E alla seconda presenza ho parato un rigore a Vieri. Il ruolo del portiere negli ultimi venti anni è cambiato poco. Anche se sono cambiate parecchie regole. La vera rivoluzione, per chi ricopre un ruolo di reazione, è l’utilizzo di materiali sintetici. In primis il pallone. In quel momento è cambiato il ruolo, specialmente per i portieri e i difensori».

I MODELLI – «Sono cresciuto con Zenga e Tacconi. Più il primo che non il secondo. Giocando ho scoperto che la perfetta sintesi del portiere era la tecnica di Marchegiani e l’esplosività di Peruzzi. Credo che oggi chi racchiude questa simbiosi è senz’altro Buffon. La pazzia del portiere? Non ne sono troppo convinto, specialmente se pensiamo a un mito come Zoff. Per me chi gioca in porta deve essere diverso, e io penso di esserlo. Detto tra noi, con i piedi ero scarso e così mi sono messo in porta. Ero affascinato dai guanti».

L’AMMONIZIONE DI DE ROSSI – Il grande saggio De Sanctis ha ripreso De Rossi per l’ammonizione rimediata sul 5-0 contro il Bologna nei minuti finali: «Già, me la sono presa tanto con lui perché non è possibile prendere un giallo sul cinque a zero. Poi ci ho riflettuto e mi sono detto: Daniele è stato così altruista da beccarsi l’ammonizione per evitare un gol. E dall’arrabbiatura sono passato alla convinzione che c’è un grande gruppo. Un altro segnale, in questo senso, è la concentrazione con la quale entrano in campo i panchinari. Danno sempre un’impronta alla partita».

GARCIA E LA DIFESA – Le richieste e un parere su Garcia: «Devo cominciare a fare gioco. Mi riesce facile perché davanti ho gente di personalità, che non ha paura di ricevere il pallone. Provo solo a fare cose semplici. Il piede caldo non è la mia principale caratteristica. Pochi gol subiti? Tutto ciò che sta accadendo va oltre ogni ottimistica previsione. Ma è tutto meritato. Il mister? Si è subito posto bene, mi ha sorpreso il modo e il tempo che ha impiegato a imparare l’italiano. Nel modo di giocare, inoltre, ha capito subito il nostro calcio. Magari in Francia era più spregiudicato, qui cura molto la fase difensiva».

GLI OBIETTIVI – De Sanctis fissa gli obiettivi della Roma: «Firma per il quinto posto? La Roma deve giocare per le prime cinque posizioni, questo è il concetto e lo ribadisco. Che poi questa squadra possa raggiungere obiettivi ora impensabili lo scopriremo presto. Non lo sappiamo nemmeno noi dove possiamo arrivare, aspettiamo la fine del girone di andata poi risponderò. Scudetto? Allora dico che per ora lo sono di più il Napoli e la Juve, non tanto per i valori tecnici, ma per l’abitudine a stare nelle prime posizioni».

LA SCELTA – Il portiere ex Napoli è convinto della scelta fatta e parla dell’addio alla sua ex squadra e della sfida del 19 ottobre che potrebbe essere rinviata: «Ero consapevole che questa fosse una squadra forte, mi sono andato a rivedere i punti che negli anni passati aveva fatto con le grandi e sono rimasto impressionato. Ho lasciato Napoli per situazioni che mi hanno ferito. Sapevo che la Roma poteva e voleva costruire una grande squadra, compatibilmente ai conti e alle finanze. Ci sono riusciti e ora stiamo cominciando ad ottenere i risultati. Siamo consapevoli della nostra forza e chissà dove possiamo arrivare. Roma-Napoli a campi invertiti? Alt. La partita si deve giocare all’Olimpico, senza se e senza ma. O sabato, o venerdì, ma all’Olimpico, come da calendario. So che il prefetto è campano e se non sbaglio tifoso del Napoli. Non vorrà mica che questa situazione venga strumentalizzata… È vero, c’è una manifestazione importante, ma l’alternativa c’è».

L’INTER E MAZZARRI – Il discorso si sposta poi sulla prossima sfida con l’Inter quando De Sanctis riabbraccerà Mazzarri, suo ex allenatore a Napoli: «Una grande squadra, che ci dirà di che pasta siamo fatti. Una bella prestazione può aumentare l’autostima. Figuriamoci, io di autostima ne ho già tanta. Mazzarri? Per me è quasi una divinità. Un allenatore bravissimo, un esempio per tutti su come gestisce la fase difensiva. Io a Napoli l’ho avuto quattro anni: ogni stagione è riuscito a fare più di quello che erano le nostre possibilità. Dall’esterno è uno antipatico, lamentoso, poi l’ho conosciuto e non è così. È solo un’immagine che trasmette agli altri. Ha pochissimi difetti e per noi non sarà facile. Ma io già so come potrà affrontarci. Se lo conosco bene, in fase di non possesso, si metterà a quattro. Come si batte l’Inter? Vediamo. Dico solo che ci vuole pazienza, ce l’ha detto anche l’allenatore. Non dobbiamo farci prendere dall’ansia. La cosa più importante sarà verificare la nostra forza contro avversari diversi, più forti rispetto a quelli che abbiamo incontrato finora. Diciamo che in queste due partite si alzerà l’asticella e noi dovremo essere bravi a confermare quanto di buono abbiamo fatto finora».

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