2012
Roma, De Rossi: “Qui sono a casa, però andrei…”
CALCIOMERCATO ROMA DE ROSSI – Intervistato dal New York Times, che lo ha definito una “razza scomparsa” per aver «passato tutta la sua carriera da professionista nel club della sua città natale», Daniele De Rossi ha ribadito l’intenzione di restare in giallorosso e di non accettare la corte dei club europei: «Pallotta è stato chiaro, ha detto che non sono sul mercato, che non sono in vendita. Io amo ancora Roma e la Roma, tutto quello a cui tengo è qui. Sarebbe difficilissimo altrove, la mia storia l’ho vissuta in questo club e cambiare sarebbe un dramma, un grande dramma. Anche per questo voglio restare qui. PSG, City e Real Madrid? Sono voci che ho sentito, ma io sono sicuro che il mio futuro sarà buono a prescindere da dove giocherò. Se qualche club mi vuole davvero, dovrà parlare con il mio manager. Non ho mai veramente pensato di andare a giocare altrove, anche se sono ancora giovane, ho 29 anni, e un giorno mi potrebbe anche piacerebbe fare un’esperienza negli Usa, ne ho parlato spesso con Bradley. Ma non tutti i giocatori hanno la mia storia. Alcuni possono cambiare città, paese e squadra anche da giovani, per loro è normale. Per me, invece, questo non è il modo di vivere il mio lavoro. Roma è casa mia, sono nato qui. Ed è grande, emozionante pensare di restarci».
«Gli States mi piacciono da morire, li amo, ci sono stato tante volte in vacanza. Posti poco culturali: di solito New York, ma anche Las Vegas. Sarà bello allenarsi lì cinque giorni, ma anche divertirmi con mia figlia e la mia fidanzata. Prima c’erano i Sensi, che hanno speso tutta la loro vita per la Roma. Ora è cambiato tutto: proprietà, manager, allenatore e giocatori. Ma c’è la stessa voglia di gestire bene il club e di lavorare con passione, la nuova proprietà ha un progetto a lungo termine. La speranza è che ci porti a vincere qualcosa di importante», ha proseguito “Capitan Futuro”, che ha concluso: «Finora ho fatto fatica a trovare lo spazio a cui ero abituato. Ora devo solo lavorare duro, essere professionale. E sono sicuro che presto tornerò ad avere più spazio. Razzismo? Parlo spesso con i miei compagni, quelli di altri paesi, e mi dicono che sentono molta differenza tra il calcio che si vive a Roma e quello che si gioca altrove. Ma penso sia una piccola parte dei tifosi di Roma e Lazio e comunque è un problema del calcio italiano in generale. Basterebbe poco per stare meglio tutti».