2016

Roma, De Rossi: «Amo rendere felici i tifosi»

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«Il solo sentimenti più grande dell’orgoglio che provi quando giochi per la Roma è la tristezza che proveresti a giocare senza la Roma»

Daniele De Rossi, centrocampista della Roma, impegnato questa sera nel preliminare di Champions League, che vedrà i giallorossi affrontare il Porto, ha sottolineato ancora una volta la volontà di restare alla Roma e ripercorrere le orme di Francesco Totti: «Per me i soldi non sono qualcosa che possono convincermi a farmi spostare da qui al Chelsea. Probabilmente prenderei più soldi al Chelsea, ma prendo soldi anche qui alla Roma, quindi non vedo la differenza. In altre squadre potrei guadagnare di più, ma questo “di più” non m’interessa. E’ tutta una questione di ambizioni. E’ più ambizioso un giocatore che vuole andare a vincere la Champions League con il Real Madrid o uno che vuole provare a vincere lo scudetto con la Roma?»

L’AMORE PER I TIFOSI«La Roma non ha mai vinto tanti scudetti. In 90 anni ne ha vinti solo tre ed è stata dura. Per me una grande ambizione può anche essere provare a vincere dove nessuno è mai riuscito. Questo è più difficile. Quando sei bambino è tutto molto diverso rispetto da come poi sarai tifoso della Roma da adulto. Da adulti si vive tutto con pressione, ansia. E’ come un lavoro. Io amo rendere felice la mia gente, che sia per una sola partita o per tre. Amo vederli felici. E’ vero puoi trovare i tifosi anche al Chelsea, al Real Madrid o al Manchester United, ma io qui ho i miei amici. I miei amici in tribuna, ma anche gente che non conosco. Però loro è come se fossero miei amici erché hanno la mia stessa fede, la mia stessa passione. Abbiamo la stessa storia. Piangiamo per le stesse partite e siamo tristi per gli stessi motivi. Condividiamo tutti le stesse emozioni anche se non ci siamo mai conosciuti. Il solo sentimenti più grande dell’orgoglio che provi quando giochi per la Roma è la tristezza che proveresti a giocare senza la Roma» queste le parole che De Rossi ha rilasciato a Sport Illustrated. 

 

 

 

 

 

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