2018
Roma, abbiamo un problema: la ruggine di Pastore preoccupa
Per l’argentino più ombre che luci in questo inizio di stagione. Ma dov’è finito il fuoriclasse che ha incantato Palermo e Parigi?
Inizio di stagione altalenante per Pastore che, dopo l’incolore prestazione contro il Torino alla prima giornata di campionato, nei primi dieci minuti della partita dell’Olimpico contro l’Atalanta, sembrava esser diventato subito il nuovo idolo dei tifosi: gol di tacco dopo neanche 2’ minuti di gioco e vantaggio momentaneo dei giallorossi. Poi il buio: rimonta dei bergamaschi in dieci minuti e Pastore che nel secondo tempo viene addirittura spostato di ruolo. Anche venerdì sera, nella sfida di San Siro contro il Milan persa al 90’ per 2-1, l’argentino, che doveva riscattarsi dalle precedenti prestazioni, ha deluso le aspettative e non ha raggiunto nemmeno la sufficienza nelle pagelle del dopo partita.
Un investimento da sfruttare
Ma allora l’ambiente giallorosso incomincia a chiedersi che fine abbia fatto il talento che incantò Palermo e il Paris Saint-Germain, e iniziano i primi malumori, soprattutto se si pensa che il neo-acquisto della Roma è stato prelevato da Parigi per una cifra pari a 24,7 milioni di euro e gli è stato fatto un contratto da top player (4,5 milioni a stagione). Una scommessa assolutamente da vincere per Monchi, che sa bene che un calciatore di 29 anni non potrà sfruttare future plusvalenze a queste cifre. Sfida da vincere anche per il tecnico Di Francesco che dovrà cercare di ottenere il meglio dall’argentino e dimostrare di essere un grande allenatore in grado di sfruttare tutte le sue risorse a disposizione.
Mezz’ala, trequartista o esterno d’attacco?
Il tecnico giallorosso ha potuto lavorare da vicino con l’argentino e, nel corso del precampionato, l’ha impiegato da subito nella posizione di mezz’ala sinistra nel suo 4-3-3; posizione fino a maggio occupata da Nainggolan e posizione che Pastore aveva già ricoperto al Psg, ma senza grandi risultati. Le difficoltà di trovargli una collocazione in campo sono però venute fuori con la prima giornata di campionato, giornata in cui Pastore non ha brillato nella posizione di mezz’ala sinistra nel 4-3-3, e anzi è stato uno dei peggiori in campo. Così le parole di Di Francesco al termine della sfida: «Deve ritrovare la qualità, così potrà darci molte soddisfazioni. Non conta molto il ruolo. Ha bisogno di continuità, così da favorire il palleggio». Cambio di posizione, perciò, nella sfida della seconda giornata contro l’Atalanta. In quell’occasione Pastore è partito come esterno d’attacco di sinistra, ruolo che, dopo aver dato i suoi frutti nella prima mezz’ora di gioco, non ha convinto nella ripresa e ha obbligato Di Francesco a spostarlo sulla trequarti dove ha reso decisamente di più.
Terza partita e terzo cambio di ruolo per Pastore che, nella sfida di venerdì contro il Milan, è partito dalla trequarti nel nuovo modulo 3-4-1-2. Eppure, anche giocando nel suo ruolo naturale di trequartista, El Flaco non ha brillato e per certi momenti della partita sembrava passeggiare in campo. Al termine della gara, il tecnico Di Francesco ha commentato così la terza prestazione scialba di Pastore: «Lui può giocare in tanti ruoli, ha grandi qualità tecniche. Col Milan non è stato brillantissimo. Deve entrare senza palla e deve darmi quel qualcosa in più». Parole che non giustificano i numeri negativi dell’argentino: media di 13 palle perse a partita (contro una media di 9 di quelli impiegati nei suoi ruoli), e più di 8 passaggi sbagliati a partita (contro una media di 5).
Solo un problema tattico per Di Francesco?
Ma allora il problema sta nel modulo o nella condizione fisica del ragazzo? Se infatti Pastore non è riuscito a convincere in nessuno dei tre ruoli (mezz’ala, trequartista, esterno d’attacco), allora il problema da porsi sembra essere un altro. Negli ultimi tre anni, il calciatore argentino non ha brillato nemmeno nello stellare Psg, dove ha collezionato solamente 87 presenze tra Ligue 1, Coppa di Francia e Champions League, e ha siglato 10 reti. Nulla se si considera che nel primo quadriennio al Psg, El Flaco ha collezionato 183 presenze e ben 26 gol.
Ultimi anni peraltro costellati da mancate convocazioni, tanta panchina e diversi infortuni, come quello al polpaccio dello scorso anno o come la rottura del legamento collaterale del ginocchio di due anni fa. La speranza per i tifosi giallorossi è che quindi Pastore si debba ancora ambientare per tornare ad essere il fuoriclasse che tutti noi conosciamo. E ora arriva la sosta, niente di meglio per Di Francesco e Pastore che, con la mancata convocazione in nazionale, potrà riprendersi al meglio in vista del Chievo.