2018
«Le parole sò pericolose»: la Roma è scesa giù dal carro
E’ crisi nera per la Roma, scavalcata anche dalla Lazio in classifica: le dichiarazioni di Monchi, Strootman e Di Francesco certificano come il gruppo abbia mollato la presa dopo un inizio di stagione ad alti livelli
«Le parole so’ pericolose». Il momento di pausa del campionato arriva probabilmente nel momento peggiore per Roma e Inter. Le due formazioni, appaiate fino a poche settimane fa alle posizioni di vertice, hanno dato vita ad una serie di risultati altamente negativi. Che hanno certificato la piena crisi per la formazione giallorossa (leggi anche: LA CRISI ROMA SPIEGATA IN TRE PUNTI). Il direttore sportivo Monchi non ha usato mezzi termini per spiegare il momento giallorosso: «Dopo il derby e il girone di Champions da primi in classifica, avevo detto che dovevamo dimostrare di essere forti. Dobbiamo lavorare per superare questo momento difficile assieme, a testa alta. La squadra ha perso un briciolo di compattezza, questo significa che c’è chi vuole giocare da solo, c’è cuore ma dobbiamo lavorare assieme perché è uno sport collettivo».
Parole a cui hanno fatto eco anche le dichiarazioni dell’allenatore Eusebio Di Francesco, decisamente deluso dalla prestazione della squadra nella partita contro l’Atalanta: «La palla scottava e non voglio che questo accada, alla Roma non devono succedere queste cose. Non mi è piaciuta per niente la squadra, per fare gol facciamo molta fatica di recente. Stiamo facendo un po’ di passi indietro, dobbiamo tutti fare un mea culpa. Dobbiamo ricaricare le batterie e resettare quasi tutto per rivedere la squadra che si era vista, non possiamo giocare così. Mi aspetto tanto da tutti, adesso siamo incudine e dobbiamo stare zitti e lavorare. Serve personalità per ritrovarci».
Più di tutti, però, fanno certamente rumore le dichiarazioni di un calciatore come Kevin Strootman al Corriere dello Sport: «Nel primo tempo è stata una vergogna giocare così in casa. Manca forse la fiducia per prendersi la responsabilità, non è una questione fisica o tattica. Nel primo tempo era come giocare in undici contro tredici o quattordici, arrivavamo sempre in ritardo sul pallone. Siamo in difficoltà e dobbiamo lavorare forte per tornare al nostro livello. tutti devono prendersi la responsabilità perché se giochiamo così in casa non andiamo lontani. Negli ultimi quattro anni non avevo mai fatto una partita del genere e questo non può più succedere. Nelle ultime cinque o sei partite non so cosa sia successo. Dopo la qualificazione in Champions abbiamo mollato, non so come dire».
Problemi di appagamento? Qualificazione agli ottavi di Champions League e sorteggio piuttosto ‘morbido’ che hanno minato l’autostima della squadra per un processo inverso? La partita contro l’Atalanta è stata davvero lo specchio della crisi giallorossa, priva di Nainggolan mandato in tribuna dopo i bagordi della notte di Capodanno. Un primo tempo da dimenticare con due gol di svantaggio e un’espulsione avversaria piuttosto generosa, ma nonostante ciò e le cinque punte messe nel finale da Di Francesco per trovare il gol del pareggio, è arrivata un’altra sconfitta. Un punto nelle ultime tre gare: non proprio il miglior viatico per una piazza che vive di calcio a 360 gradi, corroborata dalle parole dei protagonisti che non hanno di certo alzato il morale della tifoseria. Che adesso vivrà due settimane di astinenza prima del ritorno al calcio giocato. Dando via a processi, ricostruzioni, ragionamenti. Parole, parole, parole. E le parole, come ben si sa da queste parti, «sò pericolose».