2017
Come cambierebbe la Roma con Schick
Il futuro di Patrik Schick è ancora un capitolo aperto: ecco la Roma di Eusebio Di Francesco qualora dovesse arrivare l’attaccante blucerchiato
Se le parole del direttore sportivo dell’Inter Walter Sabatini avevano quantomeno indirizzato Patrik Schick verso i colori giallorossi, i potenziali inserimenti di altre contendenti – su tutte la Juventus doma soltanto a parole – confondono ulteriormente i contorni della vicenda: la Roma, che sembrava aver vinto il derby di mercato con l’Inter prima ancora della gara di campionato che si disputerà tra ventiquattro ore, dovrà ancora attendere per mettere le mani sul gioiello ceco nonostante un’offerta da oltre trentacinque milioni di euro. La Sampdoria intanto si sfrega le mani: il presidente Ferrero accetta di buon grado l’asta scaturita intorno al nome del suo attaccante e prova ad attingere il massimo dall’operazione in uscita.
Come cambia la Roma con Schick
Poniamo che l’operazione vada a termine e che Patrik Schick alla fine della fiera vestirà realmente la maglia della Roma: sarebbe nel caso da considerare il rinforzo ideale per la batteria di Eusebio Di Francesco? Il pezzo mancante? O comunque l’interprete in grado di elevare le ambizioni del club? Classe ’96, poco da eccepire sulla prospettiva: considerato il valore reale di un calciatore che ha già mostrato di quale consistenza tecnica sia composto, la traiettoria di sviluppo è oggettivamente importante. Figlia come detto di una presenza attuale già decisamente evidente: Patrik Schick unisce al talento di base un notevole fiuto del gol, alla prima stagione in Serie A ha mostrato uno spiccato rendimento in termini di rapporto tra minuti disputati e gol realizzati: 13 reti in 1653 minuti complessivi, il che si traduce in un gol ogni 127. In altre parole Schick – al battesimo nel calcio italiano – ha segnato due reti ogni tre partite. Davvero poco male, considerato poi che queste firme le abbia apposte un po’ in tutti i modi: con freddezza negli ultimi metri, sfruttando la progressione dalla media distanza, servendosi della sua struttura fisica, inventando colpi figli del suo talento. Il quadro insomma delinea un prodotto decisamente appetibile: la Roma andrebbe ad innestare un interprete in grado – in termini di valori – di compensare il pesante addio di Mohamed Salah. Cambia però il discorso se effettuato in termini puramente tattici.
Schick da esterno: addio alla Roma di Salah
Se ad esempio il primo profilo individuato per la sostituzione dell’asso egiziano – quel Mahrez per cui il Leicester ha eretto un muro inespugnabile dalla pur buona disposizione della società giallorossa – era oltre ogni ragionevole dubbio il calciatore ideale per rilevarne l’eredità ed anzi aggiungere qualcosa, Patrik Schick è da considerare un attaccante assolutamente differente. La Roma con Salah riusciva ad emergere dalle situazioni di impasse in cui qualsiasi squadra inevitabilmente viene a trovarsi nell’arco delle sue partite: quando le difese avversarie lasciano pochi spazi e/o la verve generale risulta essere sottotono, gli strappi individuali – nel caso quelli di Salah – fanno la differenza perché portano comunque a generare situazioni offensive. La produzione della squadra – nel nostro caso la Roma – in quella fattispecie si appoggiava sul singolo Salah e sulla sua abilità nel trasformare qualcosa di statico in qualcosa di dinamico. Schick è meno esterno di corsa e più attaccante che tende ad accentrarsi rispetto all’attuale calciatore del Liverpool: il 4-3-3 di mister Di Francesco dunque andrebbe in tal senso a ridisegnarsi secondo altre caratteristiche. Meno arioso e propenso alla lateralità, più condensato nel mezzo. Per intenderci, seppur non con le stesse caratteristiche e non forte di un valore intrinseco raffrontabile, è Defrel – rispetto a Schick – ad apparire più idoneo alla sostituzione di Salah. Non fosse altro per la capacità di sacrificio e per l’attenzione all’equilibrio generale mostrati nella vittoriosa trasferta di Bergamo sul campo dell’Atalanta di Gasperini.
E con Schick centravanti?
Il ruolo di Patrik Schick nella Sampdoria è sostanzialmente stato questo: attaccante centrale, prima o seconda punta in relazione al compagno che di volta in volta gli si è affiancato. Nella Roma come andrebbe ad incastrarsi il tutto? Due strade, senza che ne sia prevista una terza: alternativa ad Edin Dzeko o cambio di modulo. Nel primo caso il peso di un acquisto che sfiorerebbe i quaranta milioni di euro sarebbe spiegabile come una mossa ideale per elevare il livello delle rotazioni della Roma: niente da eccepire e ci mancherebbe altro, le squadre che ambiscono a definirsi grandi si nutrono di queste realtà. L’appunto potrebbe essere quello di non aver dedicato il budget alle necessità che invece l’organico presenta, vedi appunto la sostituzione di Salah. Alternativa il cambio di modulo: un sistema a due attaccanti che prevederebbe l’impiego simultaneo del capocannoniere dello scorso campionato di Serie A e del colpo da novanta Patrik Schick. Qualcosa per cui Di Francesco non si sarebbe certamente speso e che probabilmente dovrebbe malvolentieri recepire, ma la grandezza di un allenatore risiede anche nel sapersi adattare alle caratteristiche dei calciatori a disposizione. Situazione fluida, la Roma aspetta Schick.