2017

Roma, il calciomercato ha indebolito la difesa

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Con la presentazione di Patrik Schick il direttore sportivo della Roma Monchi ha annunciato la chiusura del calciomercato in entrata: l’analisi

In quel di Trigoria si è oggi tenuta la presentazione di Patrik Schick, asso ceco prelevato dalla Sampdoria per un importo complessivo di quarantadue milioni di euro, nonché calciatore più pagato nella storia della Roma: squadra però che non potrà contare sul difensore tanto atteso, il sostituto di quel Rudiger partito in direzione Chelsea, considerata la circostanza per cui il nuovo direttore sportivo Monchi ha di fatto annunciato lo stop alle operazioni in entrata. “L’ultima presentazione di questo mercato“, ha subito chiarito in avvio della conferenza stampa di presentazione del nuovo acquisto. Ultimo dunque dell’estate giallorossa.

Fattore Schick

Su come sarebbe cambiata la Roma con l’innesto di Patrik Schick ne abbiamo ampiamente ed anticipatamente discusso: la partita si gioca ora su una doppia disponibilità, quella dell’allenatore Eusebio Di Francesco nel rivedere il modulo che ha sempre accompagnato lo sviluppo della sua carriera, quel 4-3-3 dal quale finora mai ha derogato, quella del calciatore che dovrà invece mostrare una disponibilità complessiva differente, richiesta quando si salta da una squadra di media levatura ad una realtà dalle primissime ambizioni. Su questo ultimo aspetto non dovrebbero insorgere particolari scogli: Patrik Schick è sì un calciatore talentuoso che ama cercarsi liberamente gli spazi per dare sfogo alle sue qualità, ma è allo stesso tempo un profilo molto giovane ed in tal senso plasmabile, sia sotto un inquadramento tattico più rigido che per quanto concerne la predisposizione al sacrificio fisico per sostenere l’equilibrio della squadra. Sulla variante tattica che invece dovrebbe percorrere mister Di Francesco sussiste qualche dubbio in più: un 4-3-1-2 ad esempio farebbe senz’altro maggiormente al caso di Schick, che potrebbe così agire da seconda punta al fianco del riferimento offensivo Dzeko, accentrandosi ed allontanandosi dunque da una fascia che sostanzialmente non ha mai ricoperto, con Perotti che andrebbe ad assumere il ruolo del trequartista. Impianto però che contraddice il credo assoluto dell’ex tecnico del Sassuolo: è altrettanto vero che nelle grandi squadre ci si adatta alle caratteristiche dei migliori calciatori a disposizione, basti ricordare al caso di un altro intransigente quale Maurizio Sarri che in un mese si vide costretto a fare il passaggio inverso, derogando dal suo 4-3-1-2 base per sposare quel 4-3-3 senz’altro più consono ai vari Insigne, Mertens e Callejon.

Rebus difesa: chi al posto di Rudiger?

La cessione di Antonio Rudiger non è stata compensata dal mercato in entrata, se – come appare plausibile – tocca attenersi alle dichiarazioni quest’oggi rilasciate dal direttore sportivo giallorosso Monchi. L’approdo all’ombra del Colosseo di Hector Moreno dal Psv Eindhoven non può certamente bastare a sostituire un cardine della recente difesa della Roma, abile ad attestarsi al secondo posto della speciale classifica dello scorso campionato – con 38 reti incassate – alle spalle dell’inarrivabile Juventus (27). E se è vero che, come dimostrato peraltro dalle recenti statistiche, in Italia il campionato lo si vince con la difesa, beh, il saldo Rudiger/Moreno non può rappresentare il miglior biglietto da visita. Alcuni segnali sono già emersi nel contenimento di un centravanti così fisico e reattivo quale è Mauro Icardi: direte voi compito difficile per tutti, e fate bene a pensarlo, ma la netta sbandata riscontrata nella Roma del secondo tempo è anche figlia di una tenuta difensiva apparsa troppo fragile al cospetto delle prime difficoltà della partita. In una Serie A che si promette più competitiva rispetto agli ultimi anni, riscontrare un eventuale calo del livello della difesa andrebbe senz’altro a complicare i piani di Eusebio Di Francesco.

Il calo di Fazio e quello più preoccupante di Manolas

Il pacchetto dei quattro centrali a disposizione dell’allenatore capitolino sarà dunque composto da Kostas Manolas, Federico Fazio, Juan Jesus ed Hector Moreno. Del greco – ovviamente titolare assoluto – ne parleremo a breve, non prima di aver focalizzato l’attenzione sul suo compagno di reparto: Fazio, dopo quei primi passi che avevano letteralmente entusiasmato la piazza giallorossa, è decisamente tornato sul pianeta Terra. In altre parole, sul livello generale che gli compete: ad onor del vero appare un tantino lento per un torneo veloce quale è la Serie A. Non a caso, nella prima uscita ufficiale in quel di Bergamo, Di Francesco gli ha preferito il più rapido Juan Jesus. Che a sua volta, per ulteriori argomentazioni, resta comunque da considerare un’incognita. Così come Moreno, fino a prova contraria. La leadership della difesa resta ovviamente da riconoscere a Manolas, ma il greco non appare motivato come nei suoi giorni migliori: in forte odore di cessione in avvio d’estate, lo ricorderete ad un passo dallo Zenit San Pietroburgo di Roberto Mancini salvo poi non trovare l’accordo definitivo sull’ingaggio, il repentino cambio di strategia portato in dote dalla cessione di Antonio Rudiger al Chelsea portò ad una permanenza che nei fatti non ha mai convinto in pieno le parti in causa, a partire proprio dal calciatore. Discorso differente può essere applicato sulle corsie laterali: gli approdi di Karsdorp – non appena risulterà pienamente recuperato – e Kolarov ampliano sicuramente l’insieme delle scelte a disposizione di Eusebio Di Francesco, ma resta il quesito sulla tenuta generale. Il lavoro totale di un centrocampo completo nelle sue caratteristiche potrebbe in tal senso dare una mano.

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