2017
Roma-Atletico Madrid: tanta sofferenza e (Alis)son… problemi!
La prima giornata di Champions League ha regalato più interrogativi che certezze in casa Roma. Se dietro Alisson non farà rimpiangere Sczeszny, l’attacco e il gioco offensivo ancora latitano
La partita era difficile, e questo si sapeva, visto il livello dell’Atletico Madrid. Sicuramente superiore a quello dei giallorossi, che sono ancora in cerca di una propria identità. Il gioco offensivo e la verticalità sono rimasti ancora sulla carta e nelle idee di Di Francesco. Va dato atto al mister di aver dimostrato di non essere un integralista del 4-3-3, visto il cambio di modulo nel secondo tempo. Nella prima frazione di gioco la Roma è andata vicina al vantaggio con Dzeko, Defrel e Nainggolan. Missione fallita, considerando anche il rigore solare non concesso dall’arbitro Mazic per un mani in area di Vietto. Nella ripresa, invece, è letteralmente sparita dal gioco. Finito il fiato, l’Atletico ha preso campo e pallino del gioco in mano, non lasciandolo più. Il punto guadagnato è da ascrivere ad Alisson. Prestazione clamorosa, la sua, con almeno 5 interventi fondamentali e un altro salvataggio grazie a Manolas.
DA ZEMAN A MAZZONE – Le partite giocate sono state solo 3 (Atalanta, Inter, Atletico) ed è ancora presto per dare giudizi ponderati. Ma il cambio di modulo nella ripresa, con un mazzoniano 5-3-2, ha acceso una vocina nella testa degli addetti ai lavori: «E se i giocatori acquistati da Monchi non fossero adatti al 4-3-3 di Di Francesco?». Dal gioco in verticale e l’attacco arrembante in stile Zeman, alla difesa con terzini bloccati e tre centrali. La Roma sta dimostrando ancora di non avere una precisa identità, che nelle idee estive sarebbe stata quella di comandare il gioco. Il centrocampo, che sulla carta è tra i migliori in Italia, ha patito oltremodo ieri sera. De Rossi e Strootman non sufficienti, Nainggolan che ancora fatica a tornare al suo ruolo originario di intermedio (anche se ieri ha praticamente retto da solo la mediana).
TEMPO – Ci vorrà tempo per assimilare i dettami di Di Francesco e il suo nuovo modo di giocare, come confermato anche da Nainggolan «Dobbiamo ancora imparare a giocare come vuole il mister, ci vuole tempo, non siamo robot». In una piazza tanto calda quanto esigente come quella di Roma, il tempo è l’unica cosa che latita. La Roma ha le potenzialità per diventare una grandissima squadra. Le tante assenze sono sicuramente un problema per la Roma (ancora ai box o non in condizione i vari Schick, Florenzi, Karsdorp), ma visto il parco giocatori a disposizione, siamo proprio sicuri che il 4-3-3 sia il giusto modulo per esaltare le caratteristiche dei giallorossi?