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Rocchi, gli arbitri e la nuova classifica Inter-Juve

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La conferenza stampa del designatore ed ex arbitro Gianluca Rocchi ha fatto molto scalpore: errori al Var, la posizione dell’AIA e le sue parole

Le parole di Gianluca Rocchi hanno scosso un po’ tutti. Raramente si è sentito uno sfogo così vibrante da parte dei vertici arbitrali, segno di un disagio vero, acuito da quanto successo nell’ultimo weekend di Serie A. L’idea di rendere noti gli episodi sui quali si ammette l’errore non diminuisce il fronte polemico, anzi. E oggi la stampa italiana ha diverse posizioni. Ecco le principali, convinti come siamo che questo turno di campionato è seriamente a rischio incendio, ancor più tenendo conto che si spalma su 4 giorni, da sabato a martedì sera

Arbitri, Var e Rocchi: il commento di Agrestio

Ha ragione Rocchi. L’incipit di Stefano Agrestio su La Gazzetta dello Sport è benevolo nei confronti delle parole di ieri. «Non ce la fanno più, dice Rocchi, il capo. Proteste, insulti, aggressioni: gli arbitri sono al limite della sopportazione. È una denuncia dura e netta, anche clamorosa perché non siamo abituati a sentirli alzare la voce. Arriva dal designatore, l’avvertimento. Da quello che gli arbitri li sceglie, li prepara, li giudica: fermatevi, perché così non si può andare avanti. Hanno esaurito la pazienza, ce l’hanno con i protagonisti del calcio: allenatori, calciatori, dirigenti. Non con tutti, è chiaro. Certe contestazioni, certe critiche sono comprensibili e comprese. Sanno, gli arbitri, che commettono errori, in qualche caso sbagliano in modo difficile da accettare. A volte ci viene da pensare: com’è possibile che un episodio così evidente non sia stato giudicato in modo corretto nemmeno alla moviola? Rocchi ne è consapevole, non a caso ha deciso di parlare in pubblico delle decisioni che vengono prese dagli arbitri sul campo e dagli addetti al Var nelle salette di Lissone. Ma un conto è discutere, confrontarsi, avere anche idee divergenti; un altro conto è insultare, minacciare, aggredire verbalmente (e non solo). Ha ragione, Rocchi: così non si può andare avanti».

Arbitri, Var e Rocchi: il commento di Zazzaroni

Il problema è un altro: le espulsioni degli allenatori. Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport, segnala un’anomalia che si sta registrando in Italia: più espulsioni tra chi sta in panchina che tra i giocatori, un «tristissimo primato» che va affrontato e che è parte del problema inerente le parole di Rocchi: «Seguendo Milan-Atalanta di mercoledì sera, subito dopo l’espulsione di Gasperini (al 38’ del primo tempo!) mi si è accesa una lampadina, ammetto il ritardo: esiste un’altra categoria assai poco tutelata, questa volta dagli arbitri, ed è quella degli allenatori. Se il giocatore della Roma perde la testa con Orsato è giusto che paghi con tre giornate. Se un dirigente minaccia Guida (o simili) va subito allontanato. E se un arbitro o un varista non ne infila una, aggiungo, non può fare questo mestiere. Ho trovato onesta e precisa la disamina di Paolo Casarin sul Corriere della Sera di giovedì. Aggiungo tuttavia che gli arbitri dovrebbero gestire la suscettibilità e recuperare un atteggiamento diverso nei confronti degli allenatori, considerando le pressioni che subiscono da proprietà, tifosi, media e talvolta anche dalla squadra che è ormai un insieme di aziende individuali. E soprattutto non trascurando il fatto che sono gli unici artisti del circo a pagare col posto di lavoro, spesso per errori commessi dai giocatori, dagli arbitri e dalla stessa società che lo paga e talvolta non ne asseconda le richieste. Ricordo altri tempi, altri arbitri, certo anche altri allenatori, ma due categorie utili alla messa in scena: c’era rispetto – senza trombe e spot -, c’era condivisione di responsabilità. C’era “chi sbaglia paga”».

Serie A, la classifica di Inter e Juve senza gli errori arbitrali

La “nuova” classifica. Seguendo le indicazioni di Rocchi, sono iniziati i nuovi conteggi e a oggi Inter e Juventus sarebbero pari. L’esistenza di questa contabilità parallela è sempre stata una peculiarità giornalistica. Vederla “favorita” se non determinata dalle parole di Rocchi rischia di essere un clamoroso autogol della categoria. Oppure no: vi piace quest’era della trasparenza, tra Open Var e autocritica pubblica?

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