2018
Robinho condannato per stupro, motivazioni dure: «Dispregio per la vittima»
I fatti risalgono al 2013 quando Robinho era un calciatore del Milan: la condanna lo scorso novembre, da giovedì si conoscono le durissime motivazioni del Tribunale
Guai per Robinho. L’ex attaccante del Milan è stato condannato lo scorso 23 novembre 2017 a 9 anni di carcere con la gravissima accusa di violenza sessuale. Lo ha stabilito il tribunale di Milano, più precisamente la nona sezione presieduta da Mariolina Panasiti. Il reato commesso dal brasiliano insieme ad un amico vide come vittima una ragazza albanese allora ventiduenne. I fatti avvennero il 22 gennaio 2013 in una discoteca del capoluogo lombardo, precisamente nel guardaroba del ‘Sio Cafè’, proprio quando Robinho militava in Italia con la maglia rossonera.
Da giovedì scorso si conoscono le motivazioni dei giudici nella nona sezione del Tribunale di Milano, piuttosto pesanti, questa una parte del testo: «Si deve dare rilievo particolarmente negativo ai toni e alle espressioni utilizzate nel commentare gli eventi, nel descrivere la ragazza con epiteti umilianti e termini spesso crudi e sprezzanti, segni inequivocabili di spregiudicatezza e quindi di consapevolezza di una futura impunità; tale consapevolezza ha indotto gli imputati persino a ridere più volte dell’accaduto, evidenziando così un assoluto dispregio per la condizione della vittima, esposta a ripetute umiliazioni, oltre che ad atti di violenza sessuale mediante abusi particolarmente invasivi, e con un’assoluta sopraffazione fisica della vittima». Robinho sarebbe stato il primo a violentarla, ma insieme a lui c’erano altri quattro uomini brasiliani, per cui il procedimento è sospeso in quanto irreperibile. Il Tribunale ha riconosciuto alla vittima un risarcimento di 60mila euro. Attualmente, invece, Robinho è un calciatore del Sivasspor, nel campionato turco.