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Roberto Carlos: «Jorginho decisivo. Questa Serie A mi ricorda la mia»
Parla Roberto Carlos: ecco le dichiarazioni del terzino brasiliano su Jorginho e sul prossimo campionato di Serie A
Roberto Carlos ha parlato in un’intervista a La Repubblica. Le sue parole.
JORGINHO MANCA AL BRASILE – «Uno come lui manca a qualsiasi squadra top. Ha tecnica, visione e calma glaciale. Poi, sa sempre cosa fare nel modo migliore. Ed è pure un rubapalloni strepitoso: quando la palla è degli altri, sa sempre dove stare».
ORIUNDI D’ITALIA – «Forti e abili nel farsi trovare pronti. Ma Jorginho è stato decisivo. Anche gli inglesi, dopo Europa League e Champions vinte con il Chelsea che dovrebbe fargli una statua, lo sapevano».
INTER – «Ne approfitto per salutare i tifosi: devo tanto all’Inter, è stata un’esperienza unica che mi ha formato. Sul fatto che vincessero il titolo non ho avuto dubbi: la finale di Europa League dell’anno scorso ha fatto capire che il lavoro di Conte avrebbe dato i frutti giusti. Di Antonio, complice la crisi economica, ho pensato che sarebbe potuto andar via».
JUVE DI PIRLO – «Dopo anni di successi erano sazi. Pirlo ha grandi qualità, mi ricorda per crescita, temperamento e approccio un altro grande campione: Zidane. Qualche incertezza è normale prima dei successi. Pirlo vincerà anche da allenatore».
MOURINHO – «Vale un salto di qualità spettacolare. Ma non voglio essere frainteso: Paulo Fonseca ha fatto, pur con molti contrattempi indipendenti dal suo lavoro, cose importanti. Mourinho riparte da un organico solido in una piazza ambiziosa che lo motiverà un giorno dopo l’altro».
SERIE A – «Combattuta senza sconti. Sono curioso di vedere Sarri a Roma. Fa giocare un calcio offensivo, così come Inzaghi. Sarà un bel torneo, mi ricorda il periodo in cui ero da voi».
GESTIONE ALLENATORI REAL – «Cosa c’è di vero? Tutto (ride ndr). Camacho ci disse di farci trovare alle 7 in campo. Ci allenavamo alle 11, durò dieci giorni. Luxemburgo, nonostante l’avessimo avvisato, fece sparire vino e birre: tre mesi e fu esonerato. Il migliore è stato Del Bosque: ha saputo prendere il meglio da tutti noi. Tra me, Beckham, Raul, Figo e Zidane c’era grande intesa. Con Ronaldo ho dormito più che con mia moglie. Abbiamo preso centinaia di voli privati. Dopo le partite scappavamo, io per vedere la Formula Uno. E dire che dopo 48 ore ci saremmo dovuti allenare».