2020
Ripresa serie A, il problema del protocollo blocca tutte le decisioni
Ripresa serie A, il problema del protocollo blocca tutte le decisioni. Prima le norme sanitarie, ma rimane il nodo sulle positività
I dubbi ci sono e sono davvero inevitabili. Il calcio – dopo la circolare del Viminale – ha ripreso timidamente le attività. Non tutte le società hanno scelto di allenarsi singolarmente, Brescia e Genoa ad esempio devono ancora scendere in campo e decidere quale sarà la data per riprendere ad allenarsi. Tanta incertezza, nessuno sa come finirà. Ma il nodo principale per la ripresa rimane il protocollo medico sanitario che il Comitato imporrà, o quasi, alla Federazione.
LA RIUNIONE – La riunione di oggi sarà fondamentale per la ripresa del campionato. Il Comitato incontrerà la Federazione e si discuterà del nuovo protocollo da applicare. Al momento ci sono distanze tra i vari metodi da applicare alla ripresa del campionato. Se non si prenderà una decisione concreta si rischierà di dover rinviare ancora una volta la decisione di ripartire. L’ennesimo rinvio o finalmente si ripartirà? Ai posteri e al campo l’ardua sentenza.
IL NODO – Il nodo principale rimane uno solo, ovvero quello di una nuova positività una volta ripartiti con gli allenamenti e il campionato. Cosa si farà in questo caso? Il Comitato vuole obbligare la FIGC a mettere in quarantena il calciatore per altri 14 giorni, compresi tutti quelli che sono venuti a contatto dopo il nuovo tampone negativo. La Federazione, invece, chiede un isolamento singolo soltanto per chi è risultato positivo con circa 6-7 giorni di quarantena.
I DUBBI – Ma davvero è il protocollo a bloccare tutte le decisioni? Una volta che verranno prese certe scelte bisognerà capire anche come reagiranno i vari calciatori. Da qualche giorno si sta già sollevando qualche coro contrario alla ripresa, nessuno è sicuro di tornare in campo in queste settimane. E l’unica certezza, paradossalmente, è proprio l’incertezza.