2017
Riforme Serie A, la macchina potrebbe bloccarsi
Le contraddizioni del presidente Tavecchio e la volontà di 12 club – siglata da una lettera di diffida – potrebbero bloccare i piani della Figc
Una lettera, dodici firme, la maggioranza della Serie A che manda un messaggio forte, chiaro e brutale: senza il nostro consenso, non potete riformare nulla. Ieri sera, la Figc e, per conoscenza, il Coni hanno ricevuto una missiva in cui 12 club diffidano il Commissario straordinario e presidente federale Carlo Tavecchio a mettere mano ai principi informatori della Federcalcio, volontà inseguita da giorni e da ieri inserita ufficialmente nell’ordine del giorno del Consiglio federale convocato per lunedì.
DIFFIDATO – Il presidente federale ha scelto di procedere alla modifica dei principi informatori, soprattutto laddove prevedono maggioranze qualificate per aprire le assemblee elettive, con uno scopo preciso: abbassare il quorum, evitare che la logica dei blocchi contrapposti vinca, sbloccare lo stallo. Come riporta però “La Gazzetta dello Sport”, i club non ci stanno e si mettono di traverso. Le società che hanno firmato la lettera – tra le quali ci sono sicuramente Lazio, Napoli e Milan, qualcuno sostiene anche la Juventus di Agnelli – contestano a Tavecchio di non aver condiviso con loro questa strategia, lo diffidano dal procedere «prima che siano messi a conoscenza della questione» e annunciano che nell’assemblea di mercoledì intendono eleggere il presidente e i due consiglieri federali. E il nome che candidano per la presidenza, si sussurra da giorni, è quello di Marco Brunelli, storico direttore generale della Lega di A. Una contromossa inattesa, che potrebbe consigliare a Tavecchio, e a Giovanni Malagò, che solo ieri ha ricevuto dalla Figc la proposta di modifica dei principi informatori, di prendere tempo rinviando il Consiglio federale.
I RISCHI – A questo punto, però, non c’è in ballo solo il tentativo di riformare i principi informatori, una strategia che Tavecchio ha deciso di mettere in campo dopo attente valutazioni con i suoi legali, nel tentativo di imporre dall’alto alle leghe riottose la via per procedere alle riforme tanto sbandierate. Sul tavolo, c’è il bilancio di un commissariamento lungo e faticoso, che fino ad oggi ha prodotto belle dichiarazioni di intenti ma pochi fatti concreti, ma – forse – la tenuta stessa di questo governo federale. A quasi nove mesi dalla rielezione, un tempo in cui Tavecchio avrebbe voluto lanciare il grande percorso di riforme di sistema promesso in campagna elettorale, la Figc deve barcamenarsi ogni giorno con il commissariamento delle due leghe maggiori, le difficoltà della Lega Pro a mantenere il format a 60 squadre, le bizze delle componenti tecniche, le richieste degli arbitri, una giustizia sportiva sempre più schizofrenica. L’ultimo caso sollevato dalla Vibonese è forse l’esempio migliore: retrocessa nei Dilettanti, ha denunciato che il Messina ha disputato la scorsa stagione senza regolare fideiussione, la Corte federale d’appello le ha dato ragione e Tavecchio, che quella sentenza ha firmato in qualità di presidente federale, accarezza l’idea di ricorrere al Collegio di garanzia del Coni. Insomma, tanti, forse troppi nodi stanno venendo al pettine e il rischio che la macchina federale si blocchi non è più così remoto.