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ReportCalcio e lo squilibrio sui campi italiani

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Pallone Serie A 2022 2023

Il Coronavirus ha avuto un impatto devastante sulle normali attività dell’uomo e ha colpito numerosi settori, tra questi anche lo sport più seguito al mondo, come evidenziato da ReportCalcio che mette in mostra i numeri del calcio italiano.

Giunto alla 12esima edizione, i numeri stilati sono del tutto negativi, soprattutto se confrontati con quelli pre Covid-19. Lo squilibrio sui campi italiani era già presente nel periodo che va dal 2007 al 2019, ma le ultime due annate – a causa delle tante limitazioni – hanno portato alla perdita complessiva di circa 2 miliardi di euro.

ReportCalcio: i numeri degli ultimi anni

Il report 2022, rilasciato dalla FIGC, non fa ben sperare per il futuro, dato che l’impatto del Coronavirus è stato molto forte – in negativo – sia per quanto riguarda il calcio che per altri settori (su tutti quello sanitario). Prendendo in analisi le ultime due stagioni, ovvero 2020/2021 e 2021/2022, il dato più evidente è quello relativo agli ingressi negli stadi, notevolmente ridotti; per la prima stagione presa in esame, a causa della pandemia e del lockdown, si hanno dati quasi azzerati, visto che ogni impianto era chiuso; incassati invece ben 341 milioni di euro nella stagione 2018/2019. Nonostante questo notevole peggioramento – e rallentamento – 22bet.co.com è riuscito sempre a fornire le giuste notizie e statistiche a tutti gli amanti del calcio, continuando a fornire informazioni e dati utili.

Soffermandosi sui numeri relativi all’ingresso negli stadi, si nota un’enorme differenza tra il 2018/2019 e il 2020/2021, dove si è passati da circa 16 milioni di spettatori ad appena 148.000, con una perdita enorme a livello economico. Secondo una stima, il numero di spettatori persi in questi anni è di circa 23 milioni, che avrebbero garantito un incasso di circa 513 milioni di euro.

Questi dati rispecchiano l’attuale situazione dell’Italia e dello sport di questa nazione, che è in gran parte sostenuto proprio dal calcio. Nel 2019 infatti, a livello contributivo e fiscale, il calcio a livello professionistico è riuscito a produrre un’entrata complessiva di 1,5 miliardi di euro, che corrisponde al 70% di tutto il contributo sportivo italiano. Un incremento del 6% rispetto al 2018 e del 71% rispetto al 2006.

Nonostante questi dati, complessivamente il conto si presenta “in rosso” e le ultime due stagioni non hanno permesso un miglioramento in termini economici, dato che la pandemia ha bloccato totalmente gli ingressi negli stadi, limitando anche gli incassi. Negli ultimi dodici anni (dal 2010 ad oggi) si presenta un debito di circa 4,1 miliardi di euro, all’incirca un milione al giorno. È chiaro il ruolo fondamentale è stato giocato dal Covid-19, con l’emergenza sanitaria che ha causato un notevole incremento dell’indebitamento. La perdita nel 2018/2019 era di 412 milioni mentre quella complessiva del 2020/2021 ammonta a 1,3 miliardi di euro. E le ultime due annate, colpite in modo diretto dalla pandemia, hanno registrato una perdita di circa 2,2 miliardi di euro.

Come cambiare rotta

La dodicesima edizione di ReportCalcio mette dunque in evidenza notevoli criticità che portano la FIGC a riflettere sulle possibili soluzioni. Le società, fino a questo momento, si sono già adoperate a livello legislativo, cercando di uscire da questo tunnel.

Dalla rivalutazione dei beni d’impresa alla sospensione degli ammortamenti del 2020 e del 2021 (esteso anche per il 2022). Ad aggiungersi il rinvio delle perdite d’esercizio 2020 (fino all’esercizio del 2025) e del 2021 (fino all’esercizio del 2026). Infine la sospensione dei versamenti di ritenute Irpef e contributi Inps (ancora sospeso, il pagamento dovrà essere effettuato entro il mese di Dicembre).

Oltre a questi innesti, urge un cambio di rotta e sono state già presentate nuove proposte che verranno discusse e analizzate nel prossimo incontro del Consiglio Federale. Si tratta dell’indice di liquidità ammissivo (passando dallo 0,6 allo 0,8 nei prossimi tre anni), degli indicatori di indebitamento e del costo del lavoro allargato, calcolati con i ricavi (al netto di plusvalenze); tra le proposte anche l’introduzione della “squad cost ratio”, ovvero il rapporto tra costi e ricavi, utile per fare mercato; infine l’introduzione dell’indicatore DSCR (cioè il Debit Service Coverage Ratio), che controllerà il budget.

In attesa dell’inizio della prossima stagione si cercano allora nuove soluzioni per permettere al calcio professionistico di incrementare i propri guadagni.

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