2018

Matteo Renzi, a.k.a. Vincenzo Montella

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Matteo Renzi e Vincenzo Montella: entrambi passano da Firenze (e dalla Fiorentina), entrambi subiscono due grandi sconfitte, elezioni e Milan. Due profili simili

Matteo Renzi ha quarantatré anni, di professione fa il segretario del Partito Democratico e, per un breve periodo, è stato l’esempio della nuova faccia dell’Italia. Vincenzo Montella ha ha quarantatré anni, lavora come allenatore di calcio e, anche lui per un tempo ristretto, ha rappresentato il volto moderno del pallone italiano. Il 5 marzo 2018 Matteo Renzi è già quasi un ex politico, il suo partito ha subito la più grande debacle nella storia del centrosinistra italiano ed è stato superato da Movimento Cinque Stelle e Lega. Governerà? Più no che sì. Nello stesso giorno va un po’ meglio, ma non tanto, a Vincenzo Montella. Reduce da un esonero, si è trasferito in Spagna, a Siviglia, dove se la cava tra successi e qualche batosta. Matteo Renzi e Vincenzo Montella, almeno in Italia, hanno perso la faccia. Quella faccia pulita che mostravano in tv quando entrambi lavoravano a Firenze, adesso è corrucciata dopo i fallimenti degli ultimi mesi, anche se un sorriso e una battuta di spirito ci stanno sempre, fanno parte del ruolo.

Il “Renzi Montella”: da enfant prodige a rottamato

Due giovani prodigio, passati dall’altare alla polvere nel giro di pochi anni, come in NBA è successo a Derrick Rose, per esempio. A Firenze li hanno idolatrati, poi contestati e infine salutati, magari con qualche rimpianto. Lasciati la Fiorentina o Palazzo Vecchio, è iniziato il calvario. Se per Montella è stata l’esperienza alla Sampdoria, per Renzi è stato il referendum costituzionale. Due sconfitte, due addii. C’è tempo per ripartire, i due giovani volti dell’Italia del futuro ambiscono a governare assieme, uno come premier e l’altro come ct. La speranza si chiama Milan o elezioni. L’Europa dà una mano, ma il fallimento è dietro l’angolo. Per Montella è il caos dell’inizio 2017-18, per Renzi le elezioni di ieri. Il primo è emigrato all’estero in mezzo agli insulti di tutta Italia, anche chi prima lo apprezzava adesso gli dà del sopravvalutato. Il secondo sta cercando la luce in fondo al tunnel. Entrambi hanno brillato intensamente per pochi anni per poi spegnersi all’istante, sorpassati dalla volontà popolare. Gli anni di Firenze sono lontani e non torneranno più, adesso il calcio italiano e l’Italia vogliono altro, hanno altri nemici da combattere. La rottamazione è finita poco dopo essere iniziata, Montella e Renzi oggi rimangono indigesti in Italia. Se per il Milan il sostituto sembra aver restituito vigore e risultati, per il Belpaese bisogna ancora capire cosa c’è dopo le nubi che si trova di fronte.

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