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Reichart: «Superlega? Vi spiego Unify. Vogliamo parlare con la FIFA»
Bernd Reichart, l’ad della Superlega, ha parlato a Tuttosport spiegando in una lunghissima intervista i punti a favore del nuovo torneo
Bernd Reichart, l’ad della Superlega, ha parlato a Tuttosport spiegando in una lunghissima intervista i punti a favore del nuovo torneo. Le sue dichiarazioni:
SENTENZA – «Penso che ogni club abbia capito che la sentenza ha le potenzialità di cambiare le regole in loro favore e dare loro maggiore controllo. Possono essere padroni del loro destino e soprattutto di scegliere, senza l’obbligo di rispondere a un monopolista. Parecchie società europee hanno messo al lavoro i loro uffici e i loro consulenti legali per capire quali sono i margini di manovra che la sentenza ha delineato. Tutto questo assomiglia molto alla situazione del post sentenza Bosman. Ci vollero un paio di mesi perché tutti si rendessero conto di quanto fosse effettivamente rivoluzionaria».
STREAMING GRATIS – «Beh, non è vero che non lo hanno fatto. Il calcio gratuito esiste, per esempio la finale di Champions è in chiaro ovunque. E in generale l’attuale modello televisivo è basato sulla vendita di pubblicità e sugli abbonamenti, che sostanzialmente è anche il nostro il modello. Con la differenza che la nostra competizione offrirà fin dalla prima fase partite molto più interessanti e affascinanti. Quindi attrarranno centinaia di milioni di spettatori direttamente sulla nostra piattaforma consentendo ricavi pubblicitari sufficienti a offrire le partite gratis. Il nostro è il modello più diffuso nelle aziende che operano in modo diretto con gli utenti: ci sono quelle con un approccio gratuito con l’introduzione della possibilità di abbonamento per avere più servizi, per esempio Spotify. Oppure quelle con un approccio a pagamento, ma nel quale esiste una versione con la pubblicità per abbassare il costo dell’abbonamento come Netflix o Disney+. Ciò che è ovvio è che in questo momento il calcio sta perdendo pubblico perché è troppo costoso in molti Paesi europei e questo lo rende meno accessibile, soprattutto ai giovani. Il modello di ricavi della nostra piattaforma si basa sulla pubblicità. Unify è allettante per il numero enorme di potenziali spettatori e il fatto di avere un pubblico specifico, nel senso che noi sappiamo chi sta guardando le partite. E questo va incontro alle esigenze dei grandi brand che sono disposti a pagare di più per target già profilati. L’altro lato del business sono i servizi. Sappiamo che i tifosi, una volta arrivati sulla piattaforma, possono desiderare qualcosa in più e noi possiamo offrire loro i servizi più interessanti per loro. Un’esperienza migliore, per cui valga la pena pagare».
SOLDI – «Rinforzerà la loro stabilità economica. Darà loro la forza di programmare. Perché nel nostro sistema possono contare su un minimo di 14 partite e su un ricavo fisso, con meno rischi di non averlo per la mancata qualificazione. Perché potranno accedere dal campionato nazionale oppure potranno rimanere nella Superlega con una buona stagione internazionale. Così al fianco dei ricavi del loro campionato nazionale, potranno avere un ricavo più stabile e meno aleatorio dalla competizione internazionale. Con il sistema attuale, c’è il paradosso che se raggiungi la finale di Champions League, quindi sei protagonista di una grande stagione internazionale, potresti non fare la Champions l’anno successivo perché non ti sei piazzato nel campionato nazionale».
FIFA – «Vogliamo parlare con la Fifa per definire la forma e per avere il maggiore consenso possibile dentro la famiglia del calcio riguardo alla nostra proposta. Sì, non escludiamo nessuno dal dialogo. Siamo in grado e felici di dialogare con tutti».