2009
Real Madrid, la conferenza stampa di Josè Mourinho
Con CalcioNews24.com vi offriamo la possibilità di seguire live la conferenza stampa di presentazione di Josè Mourinho come nuovo allenatore del Real Madrid.
Apre il direttore Jorge Valdano: “Sono orgoglioso di poter presentare quest’oggi Josè Mourinho, nostro nuovo allenatore per i prossimi quattro anni. Siamo molto felici di averlo qui con noi. Vorrei prima fare una premessa: ho scritto tanti libri, articoli in cui ho parlato di Josè anche in maniera aggressiva e molti in queste settimane hanno ricordato questi scritti. Nell’occasione mi rispose a tono, ma questa cosa si risolse a suo tempo senza sapere che poi il tempo ci avrebbe riunito a lavorare nello stesso club. Lo abbiamo fatto in maniera diretta e da allora non è rimasto alcun problema. Credo che la mia responsabilità nel mio ruolo odierno è cercare il meglio della squadra, ed ad oggi si chiama Josè Mourinho”.
La prima domanda riguarda se Josè Mourinho si sente nato per allenare il Real Madrid: “Non lo so, sicuramente sono nato per allenare nel calcio. Sono allenatore di calcio e una delle cose più importanti perchè sono qui è la mia attrazione per il Real Madrid, per la sua storia, per la sua frustrazione e per le sue aspettative. Per un giocatore e un allenatore importante, non giocare o allenare nel Real Madrid sarebbe una mancanza in una carriera. Per fortuna la mia carriera me lo ha permesso e sono molto orgoglioso di avere questa posizione adesso e voglio che i miei giocatori pensino esattamente lo stesso. Non è tanto bello giocare o allenare nel Real Madrid, ma vincere nel Real Madrid, e questa è la mia motivazione“.
Se non riuscirà ad ottenere titoli: “Credo che tutti i tecnici devono esser pronti all’esonero, ma se l’allenatore ha paura di questo, non lavora bene. Se non lavora bene, ci saranno grandi difficoltà . Io sono un allenatore con un’altissima auto-stima e fiducia in me stesso, e non penso di essere sostituito. Penso che quattro anni di contratto siano sufficienti per vincere, costruire una squadra con un’identità , preparare calcisticamente un gruppo vincente. Ho moltissima fiducia nei miei nuovi giocatori. Spero, e sono convinto, che anche i miei nuovi giocatori abbiano fiducia nei loro mezzi. Poi, vorrei ringraziare il presidente Perez e tutta la dirigenza che sostengono Josè Mourinho sia l’allenatore adatto al loro progetto. Io sono Josè Mourinho e Josè Mourinho che è arrivato oggi al Real Madrid è quello con tutti i suoi pregi e difetti“.
Come renderà questa squadra vincente: “Farò prima tante domande e cercherò di capire come sta l’ambiente. La cosa più importante non è adattare tutti i giocatori alle mie idee, non voglio trasformazioni radicali, ma piccoli adattamenti alla maniera di pensare di un allenatore. Io dico sempre che la qualità delle persone che lavorano con me è importantissima, ma io sono un allenatore. Un allenatore, senza una grande struttura alle spalle, non è un grande allenatore, e con me voglio sempre i migliori“.
Che cambiamenti porterà : “E’ troppo presto, penso sia l’ora di analizzare e conoscere bene la mia nuova squadra. Fare tante domande, ottenere tutte le risposte, elaborare le informazioni e capire chi sono e quale sarà la direzione del mio lavoro”.
Sul rapporto con Cristiano Ronaldo: “Un giocatore incredibile, molto importante, non solo per il Real, ma per tutto il calcio. Ma la forza delle mie squadre non era il singolo, ma il gruppo e la cosa più importante è il club, non i giocatori o l’allenatore. Se capiamo questo non sarà difficile ottenere risultati. Cristiano è un vincente, a me piace vincere, quindi non sarà difficile persuaderlo che la cosa più importante non sarà nè l’allenatore nè il singolo giocatore, ma la squadra“.
Se si ritiene il miglior allenatore del mondo: “No, ritengo ci siano diversi allenatori che con bravura e fortuna sono i migliori. Sono i risultati che stagione dopo stagione decidono chi saranno i migliori. Sono un falso umile, ma mi pare che per la scorsa stagione, aver vinto tutti questi trofei sia stato meritato, ma anche grazie ai risultato della mia squadra, e quando si parla di squadra non posso mai dimenticare gli ex giocatori. A questa domanda rispondo perchè ho avuto squadre fantastica, una in quest’ultima con giocatori fantastici, che spero possano vincere nel prossimo anno tutto: campionato, Coppa Intercontinentale, Supercoppe…tutto fuorchè la Champions. Nel mio cuore non posso dimenticare quella gente e quel gruppo che sono stati tutti fantastici, non dimentico i giocatori dell’Inter“.
Riprende la parola Valdano: “Perchè via Pellegrini? Ho sostenuto sempre Manuel Pellegrini come società , ma terminata la stagione è stata fatta un’analisi e serviva la figura di Josè Mourinho per dare un impulso al progetto ed ad oggi il mio obbligo è difendere Josè Mourinho come uomo fondamentale della struttura del club”.
Poi risponde anche Mourinho: “Chi non difende fino alla fine il proprio allenatore rischia nel mondo del calcio. Io voglio lavorare con persone che difendano il mio ruolo fino all’ultimo giorno. Quando poi arriverà l’ultimo giorno, non sarà più necessario difendere l’allenatore, ce ne sarà un altro. Qui al Real ci saranno sicuramente delle pressioni, ma abbiamo tempo per raggiungere i nostri obiettivi. Non mi piace dire se ho bisogno di 3-4-5 anni per raggiungerli, per me già il secondo anno di lavoro è un anno chiave in cui si trove l’equilibrio tra la crescita e la conoscenza del suo allenatore. Nel Porto siamo stati campioni Europei nel secondo anno, come nell’Inter, e nel Chelsea nei primi due anni abbiamo disputato due semifinali col Chelsea e non voglio cambiare. Non abbiamo bisogno di tantissimo tempo per costruire una squadra con un’identità propria e un futuro…Considerando il Real Madrid di ora si può fare in meno tempo. Chiaramente c’è un campionato difficile con avversari diretti e nella Champions c’è sempre un gruppo di squadre con le qualità per vincere. Promesse? No, nessuna promessa. Sono Josè Mourinho e Josè Mourinho lavora molto, lavora bene, si dedica fino alla fine, crea empatia con le persone con cui lavora”.
Sul rapporto con Raul: “Mentre si allenava ci ho già parlato. E nel rapporto tra allenatore e giocatore, la stampa non c’entra niente“.
Se ha avuto modo di analizzare le caratteristiche del Real Madrid nella scorsa stagione: “Anche Pellegrini avrà avuto modo di analizzare l’Inter e ci saranno state cose che gli piacevano ed altre no, ma non voglio parlare del Real Madrid dell’anno passato per rispetto all’allenatore. Ovviamente ho visto molte partite, ma non voglio parlare di questo”.
Come si può rompere la striscia vincente del Barcellona: “Innanzitutto, non sono l’anti-Barcellona. Sono allenatore del Real Madrid e mi preoccupo del Real Madrid, non del Barcellona. Mi preoccupa costruire il carattere del Real Madrid, non mi preoccupa il Barcellona. E’ un grande rivale in Champions e in Liga, ma non voglio parlare del Barcellona in questo momento. Se sono odiato dai loro tifosi sarà un problema mio e, come con professionalità , ho preparato tutte le partite, dieci con loro in cinque anni, farò lo stesso col Real Madrid. Un grandissimo rivale, ma la paura non è una parola che rientra nel mio dizionario calcistico, e non voglio lo sia manco per il vocabolario dei giocatori del Real Madrid. Rispettiamo gli avversari in campionato e Champions. Può essere la prima partita col Barcellona? Difficile o non possibile? Col Chelsea alla prima ho avuto il Manchester United, con l’Inter la seconda era col Milan. Non c’è bisogno di motivare i giocatori per queste partite, lo fanno da soli”.
Sui possibili innesti: “Non parli di giocatori precisi, ad ogni parola corrisponde un milione in più. Abbiamo bisogno di 3-4 innesti per avere un certo tipo di rosa per una formazione, ma non sarà un’estate con titoloni sui giornali per gli scambi. Penso che sarà un’estate tranquilla per parlare dei Mondiali in Sudafrica.”
Sul suo nuovo ruolo: “La prossima sfida è sempre quella più importante. Io non cambio questo tipo di mentalità , do sempre tutto, e farò lo stesso anche qui. Non avverto pressioni. Ora dedicherò tutto me stesso al Real Madrid ed a questo ruolo che ho voluto. Ho dimostrato di potermi meritare di poter arrivare a questo punto e la gente ha fiducia in me. Io non arrivo con le mani in tasca. Per me si può vincere e non dormo sugli allori, voglio vincere sempre di più. Prima il presidente mi mostrava le Coppe vinte nel passato e mi stava dicendo che gli manca molto il momento della vittoria dell’ultima Coppa e anche per me è così. Io voglio quello che vuole il Real Madrid e da ora in poi saremo una cosa unica con un unico obiettivo. I nomi accostati? Tutti sanno i legami che instauro con i giocatori. Parlare di Maicon e Lampard è normale, è facile per voi parlare di queste cose. Al Real Madrid servono alcuni adattamenti che credo saranno fatti. Più che nomi abbiamo in mente i profili dei giocatori, che ritengo essere più importanti dei nomi. Trovare il profilo esatto è più facile che parlare di nomi. Non penso sia giusto ora parlare di nomi”.
E poi ancora sulle speculazioni sui suoi metodi di allenamento e il gioco difensivo: “Dico una cosa, ho giocato tre finali di Champions, in queste tre partite abbiamo segnato 8 gol vincendole tutte. Posso dire che quando si ripete una bugia molte volte, per le persone intelligenti una bugia resta tale, per quelle che lo sono meno, questa diventa una verità . Nel calcio ci sono più persone intelligenti che non intelligenti, per fortuna, e per questo motivo alleno squadre come Porto, Chelsea e Real Madrid. Per fortuna sono stato circondato da direttori sportivi e presidenti intelligenti. Queste sono menzogne. Una cosa sono organizzazioni di gioco, un’altra è il gioco difensivo. Quando una squadra è organizzata, può avere tanti giocatori in attacco e difendere bene. Una squadra che schiera: Pandev, Milito, Eto’o, Sneijder e Motta, schiera cinque giocatori offensivi, ma difende bene, perchè? Perchè l’allenatore è un grande allenatore“.
Sulla sua esperienza nel calcoi italiano e se vuole consigliare a Moratti un suo successore: “Nel calcio italiano ho imparato molte cose, ho l’umiltà di imparare ogni giorno. Il campionato italiano è molto difficile, con allenatori di qualità e giocatori di qualità , dove è difficile vincere e sono sicuramente cresciuto dopo due anni, ma spero di poter dire lo stesso dopo la mia esperienza in Spagna. Credo che la formazione sia importante sopratutto se fatta in campionati differenti e la mia carriera dice che sicuramente ho grande cultura, con un’esperienza tattica per esprimere il gioco che mi paice molto. Il calcio italiano in questo momento è Campione del Mondo con l’Italia e Campione d’Europa con l’Inter. Il calcio italiano con tutti i suoi grandi problemi può essere orgoglioso. Allenatore? Non ho parlato di questo con Moratti. L’Inter ha una squadra ottima, ma con alcuni elementi che hanno pochi anni di carriera, ma una squadra costruita per avere successo oggi e domani e l’Inter ha tutto ciò che serve per vincere. Per una squadra Campione d’Europa ci vuole un allenatore di qualità chiaramente, ma l’Inter ha struttura e chi arriverà deve essere intelligente, dovrà voler seguire la strada disegnata e avrà grandi possibilità di successo. Sarà un allenatore molto fortunato, perchè avrà la possibilità di giocare tutti i titoli e vincerli tutti”.
Tornando sulla clausola parla Valdano: “Abbiamo trovato un accordo che ha soddisfatto entrambi”.
Se si considera Mourinho un provocatore: “Non sono un provocatore, ma un lavoratore che motiva i giocatori. E come tutti quelli che lavorano tanto, chiedo rispetto. Se lo ottengo, bene, altrimenti se devo difendere il mio gruppo, non ho problemi, ma provocatore no”.
Cosa si aspetta dai giocatori: “Normalmente tutti i giocatori che hanno giocato con me si sono valorizzati per il lavoro svolto con me, sono pochi i casi contrati. Per me una squadra deve avere grande equlilibrio, e quindi giocare bene in attacco e in difesa. Vincere le partite e vincere le partite decisive, dove non è necessaria solo la qualità calcistica, ma principalmente forza umana, qualità e forza psicologica molto grande, che è una qualità importantissima nel mondo del calcio di oggi, e senza questa è impossibile vincere le partite importanti”.
Cosa ha da dire ai giocatori come messaggio: “Il calcio è più che una tattica, è più che un allenamento, è più che difendere bene. Il calcio si gioca con un gruppo di uomini che devono lavorare assieme, costruire una famiglia, che a volte è più importante di quella di nascita. Quelle sono a casa, e il club diventa la nostra seconda famiglia. Questo si può raggiungere solamente con grandi livelli di empatia, solo così si raggiungono i risultati che si vorrebbero raggiungere e i giocatori sentono quest’empatia e rimangono con me per sempre una volta finito il rapporto col club. Sono i miei giocatori, e i miei giocatori vivono nella mia vita di oggi come se lo fossero ancora. Sento la felicità di giocatori che sono contentissimi del mio lavoro. Oggi i miei giocatori sono quelli del Real Madrid. Con quelli con cui si è lavorato ci si manca l’un l’altro, ci sono ricordi come le medaglie e i palloni, non sono una persona molto materiale, ma sento molto questo sentimento. Quando i giocatori mi dicono che vogliono smettere di giocare, gli dico di no, che il club ha ancora bisogno di loro. Sono cose che marcano”.
Se promette una Champions: “No, non si possono fare promesse nel calcio. Quello che posso proemttere è che il Real Madrid non è una testa di serie nella Champions. Il Real Madrid inizia questa stagione la Champions senza essere testa di serie. Però, al sorteggio, non saremo noi ad avere paura. Avranno paura quelli che saranno fortunati di non esser stati sorteggiati per giocare contro il Real Madrid. Giocheremo contro Inter, Chelsea, Manchester…non Barcellona, perchè non è possibile…Bayern…ma nel sorteggio non voglio che nel mio spogliatoio ci sia paura, la voglio in quello dei miei avversari. Per noi andrà tutto bene. Poi, dodici saranno le partite per arrivare in finale. Per tradizione, io, nel sorteggio, ho sempre le partite più difficili, ma la mentalità è questa. Il Madrid ha una storia incredibile della Champions. Ha una storia incredibilmente negativa negli ultimi anni di Champions, ma ripartieremo da zero. Andremo al sorteggio di Montecarlo e poi, partita dopo partita, senza ossessione, perchè questo non mi piace, mi piace il sogno, coltiveremo questo sogno di arrivare a Wembley. Io capisco che la stampa, i tifosi di Madrid, faranno grandissima pressione, ma non è un problema per me, è un fattore di motivazione. E’ un fattore che non pregiudica il mio lavoro”.
Terminata la conferenza stampa.