2018

Juventus devastante e maledetta, Real Madrid senza difesa

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Epilogo illogico al Bernabeu: la Juventus domina, il Real Madrid si qualifica alle semifinali di Champions League

Ribaltamento clamoroso? Forse sì, forse no per chi sta un po’ più attento a quanto accade intorno: stagione decisamente complessa quella del Real Madrid, quarto in Liga a ben quindici punti dalla capolista Barcellona, ieri preso a schiaffoni dalla Roma, quarta in classifica in Serie A. Che la cura della difesa abbia un peso maggiore rispetto a quanto sia generalmente ritenuto? Che l’attenzione in tal senso riposta dal calcio italiano stia nuovamente acquisendo la sua rilevanza? Non è che probabilmente queste radiose realtà straniere siano costruite in maniera troppo sproporzionata nei reparti, privilegiando troppo gli attacchi alle difese? Squalificato Sergio Ramos, quest’oggi il Real Madrid ha dovuto schierare al centro della sua difesa – in un quarto di finale di Champions League – tale Jesus Vallejo. Ci perdonerete se non lo conosciamo. La Juventus, da squadra spietata quale è e quale resta, ne ha prontamente approfittato.

La Juventus e la capacità di approfittarne

Real Madrid-Juventus sta tutta nel suo primo minuto: pronti via e Mandzukic fa centro. E potremmo anche fermarci qua. Perché se hai incassato tre gol nella gara d’andata senza siglarne, dai campioni in carica della competizione (o meglio da chi ha vinto le ultime due edizioni della Champions League, o ancora meglio tre delle ultime quattro, o se volete il club che più ne ha vinte sul pianeta, o se preferite la società più vincente nella storia del calcio), quando novantanove squadre su cento avrebbero interpretato l’atto secondo alla stregua di un’amichevole senza senso, tu vai in campo e fai gol. Dopo un minuto. E fai inevitabilmente capire al mondo che ti sta intorno dove andrà la partita: sui tuoi binari, perché non potrebbe essere altrimenti. Perché sostanzialmente sei nato per fare quello. Neanche a dirlo la prima frazione di gara va agli annali con il bis di Mandzukic, rete che apre definitivamente la contesa a tutti gli scenari possibili.

Real Madrid-Juventus, la differenza nel difendere

A qualificazione totalmente in ballo emerge ancor più chiaramente una differenza: quando il Real Madrid attacca la Juventus si sa difendere, quando la Juventus attacca il Real Madrid non si sa difendere. E questo scava un solco tra le due tenute complessive, tra quel che si vede in campo: il Real Madrid può fare la frittata da un momento all’altro e puntualmente la firma (Matuidi ringrazia), la Juventus – che rispetto alla gara d’andata ha recuperato il perno Benatia e l’equilibratore Pjanic – si compatta con due linee tese e difficilmente perforabili. Ovviamente gli spagnoli qualcosa creano, ma sommando un livello complessivo contenibile. Quando la palla però è nei piedi dei calciatori bianconeri la quinta difesa della Liga – trentaquattro gol incassati in trentuno partite, più di uno a gara, peggio di Atletico Madrid (15), Barcellona (16) e addirittura Getafe (30) e Valencia (31) – si mostra in tutta la sua debolezza e precarietà. Lo palesano quotidianamente con il leader Ramos, figurarsi senza. In soldoni il ragionamento è il seguente: se il livello offensivo del Real Madrid è superiore a quello della Juventus, lo scarto però è più ampio tra i due comparti difensivi. In favore, neanche a dirlo, degli uomini di Allegri.

Real Madrid-Juventus, l’epilogo è maledetto

Considerato il numero di finali e gli episodi che accadono alla Juventus in questa competizione, viene da pensare che si porti dietro qualche maledizione da molto lontano: BenatiaVazquez, il contatto c’è. Fatta la doverosa premessa, i condizionali sono tanti: innanzitutto in merito al contatto stesso, non necessariamente meritevole di massima punizione. Poi nell’interpretazione del momento: siamo 0-3, al novantatreesimo minuto, con la Juventus che ha scritto una pagina epica della sua storia e di quella della Champions League, ribaltando lo 0-3 a sua volta subito allo Stadium una settimana prima. Non siamo arbitri ma nutriamo rammarico per un epilogo del genere: per quanto si era visto nei centottanta minuti, la parola fine al faccia a faccia tra Juventus e Real Madrid doveva essere scritto dai tempi supplementari. Protagonismo dell’arbitro o carenza di personalità, come sostenuto da capitan Buffon – espulso per proteste nell’occasione – nel postpartita? La Juventus va fuori, il Real Madrid resta in vita e lo fa da protagonista per sua inclinazione naturale. Al Bernabeu ha dominato una Juventus maledetta, nella serata in cui scopre che vincere non è l’unica cosa che conta.

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