2013

Real Madrid, Ancelotti: «Milan? Una famiglia per me»

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Il tecnico del club madrileno non ha chiuso la porta ad un ritorno sulla panchina rossonera.

REAL MADRID ANCELOTTI – Dalla camera 204 dell’hotel riservato alla prima squadra nel centro sportivo di Valdebebas, Carlo Ancelotti ha parlato della sua esperienza alla guida del Real Madrid, un club che ha provato a paragonare ad un altro club di grande tradizione: «Il Milan è il club più titolato al mondo, il Real quello che ha vinto più Coppe dei Campioni. Entrambi hanno storia e tradizione, che poi è quello che fa la differenza. Ed entrambi hanno un pubblico molto esigente. Non a caso il motto del Milan è da sempre vincere e convincere», ha dichiarato il tecnico ai microfoni del “Corriere della Sera”, dove ha parlato degli scarsi risultati conseguiti finora dai galacticos: «Ho cercato di cambiare qualcosa sfruttando di più il possesso palla e se cambi serve tempo. In effetti finora abbiamo giocato brutte partite e le nostre difficoltà sono state amplificate dal fatto che Barcellona e Atletico Madrid hanno sempre vinto. Dobbiamo fare meglio, le critiche che ci sono piovute addosso hanno un fondamento. Qui i tifosi pretendono e non lo mandano a dire. Però, se come allenatore non farò danni, già dalle prossime partite, Malaga e Juve in casa, il Barcellona al Camp Nou, faremo meglio. Anche perché non si può giocare peggio di come abbiamo fatto con Elche e Levante». 

BALE – Ancelotti ha poi parlato delle condizioni di Gareth Bale e dell’operazione per acquistarlo dal Tottenham: «Cos’ha esattamente? Nulla. Semplicemente non ha fatto la preparazione. Ora, sfruttando la sosta, si è rimesso in forma e tornerà a giocare. Scandaloso spender 100 milioni di euro? In linea teorica può sembrare, ma questo è il mercato. E poi il Real ha incassato un sacco di soldi dalle cessioni di Higuain, Ozil e Callejon». 

PORTIERI – Sulla rotazione tra Casillas e Diego Lopez, invece, ha aggiunto: «La rotazione in porta è un’anomalia ma qui la situazione è particolare. Ho due grandi portieri: uno con meno esperienza e l’altro che è un’icona del Real e del calcio spagnolo. Diego Lopez ha iniziato la preparazione prima di Casillas così sono partito con lui, poi ho deciso di dare a Casillas la possibilità di giocare in Champions perché comunque è affidabile».

NEPOTISMO – Alle accuse di nepotismo per aver ingaggiato suo figlio come preparatore atletico ed il fidanzato di sua figlia, nutrizionista, Ancelotti ha risposto: «Un allenatore nel suo staff vuole competenza e gente fidata. Mio figlio ha competenza, soprattutto entusiasmo e io mi fido di lui. Quanto al nutrizionista che colpa ne ho se mia figlia si è fidanzata con lui?».

JUVENTUS – E poi c’è la sfida di Champions League contro i bianconeri: «Non so se la Juve sia calata di intensità oppure no. So soltanto che nel campionato italiano è aumentata la concorrenza. Mi sembrano una squadra solida, con un gioco ben definito. Pirlo è sempre una garanzia e lo sarà per molto ancora. Lo volevo con me al Chelsea ma non è stato possibile. Che si prepari, Andrea: lo farò marcare da due mastini. In partite di questo tipo la cosa più importante è la voglia di avere coraggio, di comandare il gioco. Nel calcio di oggi non ci sono più segreti da scoprire. Perché i rapporti con la tifoseria juventina sono stati pessimi? Precisiamo: con una parte della tifoseria juventina… Perché mi hanno sempre considerato un avversario. Mi hanno sempre visto con la maglia del Milan o della Roma».

PSG – Dell’esperienza a Parigi Ancelotti ha rievocato i rapporti con Ibrahimovic e Leonardo: «Ibra ha fatto crescere il calcio francese. Io con Ibra ho avuto un rapporto spettacolare. Giocatori come lui ti rendono la vita più facile, non più difficile. Chi sostiene il contrario non sa quello che dice. Leonardo? Il rapporto è rimasto ottimo. Hanno scritto che non mi avrebbe invitato al suo matrimonio. Balle. Avevo un altro impegno». 

MILAN – Sulla cessione di Kakà al Milan ed un eventuale ritorno in rossonero, Ancelotti ha concluso: «Kakà voleva giocare di più e qui lo spazio era quello che era. Chiaro, il tempo passa per tutti, e lui non ha più lo strapotere fisico di 10 anni fa, ma resta un riferimento sicuro. Questo è un incontro che farà bene al Milan e a Kakà. Il Milan ha bisogno di qualità e lui ha bisogno del Milan. Birsa? I tempi sono cambiati e il Milan si sta adattando al momento di austerity. Ci sono i periodi in cui si mangia caviale e si beve champagne e altri in cui ti devi accontentare della bruschetta. Tornare al Milan? E’ una famiglia per me. Sento spesso Galliani, del Milan so tutto. Io e Galliani siamo rimasti fidanzati». 

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