Real Madrid, Ancelotti: «Ecco la differenza tra calcio italiano e spagnolo. Fatturati? Non sono un commercialista» - Calcio News 24
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Real Madrid, Ancelotti: «Ecco la differenza tra calcio italiano e spagnolo. Fatturati? Non sono un commercialista»

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Intervista fiume al tecnico emiliano, che ha parlato anche del suo Milan, approvando la scelta di Seedorf

REAL MADRID ANCELOTTI – Intervistato dai microfoni di Radio Rai, durante la trasmissione ‘Radio Anch’io Sport’, Carlo Ancelotti, tecnico del Real Madrid, ha parlato della sua nuova avventura in Spagna: «Il calcio spagnolo è diverso e rispecchia la filosofia e la cultura di questo Paese. E’ più giocato e manovrato, con molto possesso palla. Diverso, sicuramente, rispetto a quello italiano, che sta vivendo un momento particolare. Sono cicli, resta competitivo tecnicamente ma per migliorare è normale che ci sia bisogno di innovazioni nelle infrastrutture».

DECIMA – Testa alla Champions League, ma anche alla Liga, dove i madrileni sono scalati in terza posizione: «In campionato siamo scivolati al terzo posto a causa di due battute d’arresto. Il sogno è la Decima, ma la Liga è un obiettivo concreto. Il campionato è interessante, perché al di là delle tre squadre in testa, ci sono squadre come Saragozza e Athletic Bilbao molto competitive. Io ho una squadra forte e completa: ci sono campioni, giocatori d’esperienza e giovani che vengono dal settore giovanile».

FATTURATO – Mourinho e Benitez hanno spesso parlato di fatturati, entrando in temi economici: «Per fortuna sono un allenatore e non un commercialista. I fatturati lasciamoli ai presidenti, io mi occupo di tattica e tanto altro. Ronaldo? E’ una cosa semplicissima allenarla, perché è di una professionalità immensa. Lui ha capito che il talento privo di professionalità non consente di stare ai massimi livelli. Vale per lui, per Ibrahimovic e tanti altri. Italia? I campioni nutrono affetto e non hanno reclusione verso il campionato italiano».

MILAN – Ancelotti si è soffermato poi a parlare della sua ex squadra, il Milan, che sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia recente: «Ci sono difficoltà legate anche alla mancanza di poter fare investimenti come in passato. Diventa difficile poi restare competitivi se non puoi spendere, sarà un anno di transizione e auguro a Seedorf e alla società il meglio possibile. Clarence ha conoscenza, capacità e personalità per essere un buon allenatore, gli manca esperienza ma se non si inizia non si avrà mai. Serve soprattutto la voglia di fare, poi l’esperienza arriva».

TATTICISIMO – Una differenza, tra il calcio italiano e quello spagnolo, che sembra partire dal settore giovanile, come confermato dallo stesso Ancelotti: «Il calcio spagnolo è vivo perché ci sono giocatori giovani interessanti. Noi quest’anno ne abbiamo portati cinque in rosa, però tutti parlano di Bale. Atletico? E’ una squadra italiana, una delle poche che in Spagna non pratica il tiki taka ma bada più al sodo. E’ una sorpresa incredibile, qualcuno si aspettava che avrebbero mollato, ma così non è. C’è aria positiva intorno alla loro squadra, terranno fino alla fine. Poi vincere è una questio di dettagli… L’Italia non deve preoccuparsi in questo senso: è risaputo che da sempre noi abbiamo dato più importanza alla tattica. Per quel che riguarda la Juventus, i risultati in Europa non sono legati al campionato italiano. C’è meno qualità, ma i ritmi sono da sempre stati diversi. Il gap potrà essere recuperato serenamente, non ho dubbi».

ARBITRI – Prima di chiudere, il tecnico italiano ha parlato degli arbitraggi, alla luce dei tanti problemi emersi nella giornata di ieri: «In Italia c’è tanta, troppa pressione. La qualità individuale ce l’hanno tutti, ma in Spagna e in Inghilterra sono meno sotto pressione. Moviola? No, per l’amor di Dio. Ce n’è già troppa fuori, non mettiamola in campo… Mourinho? Lo conosciamo tutti, ha parlato del Real Madrid ma non ci siamo beccati»

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