Ranieri-Roma, il terzo tentativo di un allenatore innamorato. Come andarono gli inizi le altre due volte? Le profezie di Buffon e De Cataldo
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Ranieri-Roma, il terzo tentativo di un allenatore innamorato. Come andarono gli inizi le altre due volte? Le profezie di Buffon e De Cataldo

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Tutto sui precedenti di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma in vista della sua terza avventura in giallorosso. I dettagli

Se il proposito d’inizio anno era la qualificazione in Champions League, anche una Roma totalmente rivitalizzata dal suo terzo allenatore dovrebbe compiere un miracolo per arrivarci. Daniele De Rossi è stato mandato via quando la squadra era sì in fondo alla classifica, ma si trovava anche in una posizione non lontana dal quarto posto, visto che il torneo era appena iniziato e i giochi erano tutti da fare. Juric è subentrato con i giallorossi a -5 punti ed è bene sapere che in quel momento si trovava appaiata la Fiorentina di Palladino, che oggi convive con Inter, Atalanta e Lazio nel ruolo di immediate inseguitrici del Napoli capolista. Il fallimento del tecnico ex Toro è certificato dall’abisso che adesso separa la Roma dalle posizioni di vertice. Avere raccolto complessivamente 13 punti in 12 partite significa avere un orizzonte da centroclassifica, tenendo conto che quest’anno si viaggia a ritmi piuttosto bassi.
Prima ancora di pensare a lungo termine, però, è necessario concentrarsi sul presente o, meglio, su quel che il calendario propone nell’immediato futuro. Dopo la sosta delle nazionali, il nuovo allenatore che si presenterà a Trigoria dovrà preparare la trasferta a Napoli, altro luogo del cuore per Claudio Ranieri, per poi fare il nuovo debutto all’Olimpico, il terzo in carriera, nientemeno che contro l’Atalanta. Insomma, ci sarebbe da tremare, da non dormire la notte o anche solo da riguardarsi quella recente intervista nella quale un sereno “pensionato” raccontava a La Gazzetta dello Sport quali fossero le sue prospettive: «La tentazione di tornare subito c’è stata, lo ammetto, ma alla fine ho resistito. La mia idea resta la stessa di fine maggio: aspetto un’avventura che mi stuzzichi, qualcosa di simpatico, preferibilmente una nazionale europea. A livello di club penso di aver chiuso, ma poi sapete come è strano il calcio: mai dire mai…».
Che Ranieri assuma le sembianze di 007 per amore della Roma è del tutto comprensibile, data la sua appartenenza Testaccina, perfettamente espressa da quella frase che Carlo Mazzone gli disse un giorno e che lui ha iscritto come principio del mestiere: «Non puoi dire di avere allenato se non hai salito le scale dell’Olimpico da mister della Roma». Ed è talmente tanto vero che è la terza volta che viene chiamato in corso d’opera a prestare soccorso e lui si presenta con tutta la competenza che possiede. In un caso, nello stranoto 2009-10, portando la Roma a un passo dal sogno di quel quarto scudetto non ancora raggiunto. Nell’avventura successiva, decisamente più vicina nel tempo (marzo 2019) vincendo la metà delle 12 gare giocate e chiudendo al sesto posto.
Come sono andati quei due inizi? É riuscito ad essere immediatamente coinvolgente? Andiamo a ripercorrerli.

1) Ranieri subentra a Spalletti dopo appena 2 giornate. Un tempo minimo per giudicare una squadra, per quanto umilianti fossero state le sconfitte con il Genoa all’esordio e con la Juve all’Olimpico. Evidentemente, c’erano troppe cose già guaste ai nastri di partenza e si impose un urgente bisogno d’intervenire. Il futuro Ct della Nazionale disse che andare via era una sua scelta. Il subentrante non nascose che fosse un onore approdare nella squadra dove tutto aveva avuto inizio, il «coronamento di un sogno». Gigi Buffon, che lo aveva appena avuto alla Juventus, fotografò il momento così: «Ranieri è la persona giusta perché senza inventare niente ottiene il massimo dalle difficoltà col suo senso tattico e la sua capacità psicologica». La predizione fu esatta; 2-1 a Siena, 3-1 alla Fiorentina, la squadra si riaccese immediatamente.
2) Il 3-0 patito nel derby e l’eliminazione in Champions con il Porto costano la panchina a Eusebio Di Francesco. Ranieri eredita la squadra al quinto posto e non migliora la situazione a gioco lungo, non andando oltre la qualificazione in Europa League. Però il debutto lo vede vincere 2-1 in casa con l’Empoli, per poi scivolare alla prima trasferta a Ferrara, sconfitto con identico risultato dalla Spal. Su La Gazzetta dello Sport, al momento del suo arrivo, lo scrittore Giancarlo De Cataldo (chi non ha letto Romanzo Criminale?) lo aveva annunciato così: «È un commissario saggio, quello che tiene a bada i giovani sbirri turbolenti. Con la sua esperienza e il suo buon senso, troverà l’alchimia giusta per riportare più su la squadra». L’operazione non riesce, ma stavolta sarà ancora più difficile…

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